Finalmente!
Dopo miriadi di inutili uscite black metal, escono allo scoperto questi Code, band che si cela sotto spoglie anonime, nascondendo tra vari nomignoli membri di Dodheimsgard, Void e Ulver ovvero, Vicotnik (ex Ved Buens Ende) al basso e backing vocals, Kvhost alla voce e Oliver Lancelot (ex Arcturus) alla batteria.
Le premesse ci sono, a questo punto non resta solo che spingere il tasto “play” e accomodarsi... Procedimento non proprio concerne al “marciume nordico” il quale le band black metal ci hanno abituato.

I Code sembrano però essere una realtà ben lontana dai cliché del metallo nero e se “The Cotton Optic” ha un tiro che ricorda gli ultimi Satyricon, da “Brass Dogs” in poi si comincia a fare sul serio. I ritmi si fanno sempre più lenti, le clean vocals sempre più lisergiche e le atmosfere sempre più surreali, le quali attingono a piene mani dal capolavoro dei Ved Buens Ende “Written In Waters”, ed un basso costantemente in primo piano (Skoll lascia i suoi primi proseliti) che funge da direttore d’orchestra.
Tra gli echi doomeggianti di “A Cloud Formed Teardrop Asylum”, le accelerazioni di “Aeon In Cynder’s” e gli incubi allucinati di “Ghost Formula”, si respira un’aria di lucida follia, di caos gestito perfettamente da questi 5 pazzi che hanno partorito un disco difficilmente assimilabile, ma che non tarderà ad entrare nella vostra personale top list.

Black metal avanguardista, originalissimo e per nulla scontato.
Un genere che ha seminato poco ma ha raccolto molto con band di assoluto valore come Solefald, Ved Buens Ende, Fleurety, Arcturus (forse loro fanno storia a parte), e naturalmente i Code con questa perla… “Noveau Gloaming”.
Perfetto. 

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