L´arte dell´alchimia ermetica, contrariamente a quel che si crede, si volge al piano mentale e non a quello materiale, alla trasposizione di onde mentali in altre specie di vibrazioni e non alla transmutazione di un metallo ad un altro.” Il Kybalion

Se consideriamo Manfred Heicher come uno dei maggiori alchimisti musicali, capíremo perché solo nel suo laboratorio poteva nascere un progetto come Codona. Immaginiamolo che traspone le sue onde mentali e che, sondando l´avvenire della musica visiona questi tre grandi artististi in una sola entitá. Dall´unione delle loro onde mentali viene cosí creato qualcosa di totalmente nuovo legato direttamente all´ancestralitá dell´uomo nelle piú diverse culture, sono i confini del tempo che si abbracciano e i limiti dello spazio che si uniscono.

Fu una combinazione mai pensata fino allora, di tre menti totalmente libere. Don Cherry era filho di negro e indio, un uomo che veniva dal free-jazz, che suonó con Coltrane e soprattutto con Ornette Coleman. Collin Walcott imparó a suonare il sitar con Ravi Shankar e le tabla con Alla Rakha... ...quando Collin stava realizzando il suo primo disco per la ECM invitó Don Cherry e disse che doveva portare anche me. Quando finimmo la prima musica, Collin ci disse che il disco non sarebbe stato solo suo. Codona naque cosí, come una cosa imprevista, e fu un trio che mi aprí un monte di possibilitá.” Chi si tuffa in tali preziosi ricordi é Naná Vasconcelos, raffinato e suave percussionista brasiliano, il terzo elemento.

Queste enormi possibilitá cui Naná accenna nella sua intervista le possiamo ascoltare nei tre bellissimi album che il trio Codona regala all´umanitá, che meritano di essere riscoperti e valorizzati. Sarebbe interessante indagare il percorso musicale di ognuno di loro fino alla fusione in Codona, é un compito che lascio a coloro che si interesseranno di approfondire, non amo molto le analisi dettagliate e, preferendo una visione piú ampia mi viene spontaneo lasciarmi trasportare in considerazioni forse azzardate ma che possono rendere l´idea: Codona con i suoi tre elementi rappresentano rispettivamente l´oriente, con il suo misterioso misticismo, l´occidente, nello spirito di ricerca e innovazione ed il terzo mondo come visione olistica dell´uomo originale, in simbiosi con gli elementi naturali. Codona potrebbe essere la sintassi musicale che rappresenta questi elementi. Ne é la sintesi nel tempo e nello spazio, in uno dei primi e credo insuperati esempi di world music. Attenzione peró, nulla di piú distante dal concetto di musica etnica. Se quest´ultima infatti é specifica di una determinata regione in una determinata epoca, Codona non ha in sé nessuna referenza alla stessa, escludendo ovviamente i caratteristici timbri degli strumenti. Walcott non suona raga indiani, Cherry non suona jazz, Vasconcelos non ci ripropone nessun ritmo della sua terra. Ecco allora che Codona é la world music nel suo significato piú perfetto, lontana dalla tentazione di appropriarsi di elementi culturali giá pronti.


Se Hermes Trismegisto si manifestasse in me sarebbe in questo viaggio visionario che transmutarei le vibrazioni musicali di Codona: dal bagliore delle colonne d´oro e dal cremise dei drappi di un tempio buddista agli spazi sconfinati di una steppa, in compagnia dell´erba alta che danza col vento, aspettando che gli animali si destino all´alba di un nuovo giorno. Vedo abitanati di una stessa cittá parlare lingue diverse e incomprensibili, e poi un uomo solo che a bordo di una nave negriera vede la sua Africa riflessa in ogni sua lacrima, gli orixas gli mostrano qualcosa che non comprende: un locale fumoso dove gente della sua razza suona strumenti luccicanti. Vedo folle di genti accorrendo da ogni parte, di tutte le etá e con tutti i colori, darsi la mano e danzare in un cerchio che non smette mai di crescere. Sorridono e piangono allo stesso tempo, dentro di loro sanno che sarebbe tutto troppo bello per essere reale.

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