Forti eh, gli australiani Men At Work?! Pop rock anni ’80 agile e melodioso, esaltato da una voce emozionante, quella del loro leader Colin Hay.

In Italia si sono perse quasi completamente le tracce di quest’uomo, il quale se ne sta in ottima salute ed é tuttora in piena attività artistica. Ha la doppia nazionalità australiana e statunitense perché dopo lo scioglimento dei Men at Work si è stabilito a Los Angeles, più precisamente nel sobborgo di Topanga Canjon, da cui il titolo di quest’album, il quarto (1994) della quindicina(!) sinora sfornata a suo nome. Topanga… ne ha vista di gente prima di lui quel posto, tipo Neil Young, la Mitchell, gli Eagles, i Mama’s & Papa’s, Jim Morrison… Nessuna di questa gente (i vivi, intendo…) sta più lì, ma invece il nostro si, ci si trova bene.

E’ sempre lui, Colin: voce inestimabile e ben riconoscibile, con qualcosa di Sting come timbro, però meno tenorile, più ampia. Ed è bello come la usa, come ogni tanto le fa fare un salto di ottava, magari nell’ultima strofa di un brano, portandola al piano di sopra, dove essa perde in suadenza e acquista in drammaticità. Però è un pelo sfibrata… le sigarette penso, ma solo un poco rispetto agli anni giovanili d’Australia.

Permane anche la forte ritmicità della sua concezione di pop rock, con le melodie che fronteggiano ben poche ballate, preferendo svilupparsi in mid tempos sostenuti, anche se abbastanza leggeri e minimalisti come lo erano nei Men at Work, del resto. Nella musica di questi ultimi però c’erano più colori… la deliziosa chitarra elettrica di Ron Strickert primariamente, e poi il sax di Greg Ham, che qui beninteso fa capolino se non altro, giusto nell’ultima traccia.

Tutti questi ragionamenti li sto a fare conoscendo a fondo solo il disco in questione per quanto riguarda i Colin solista… devo ancora lavorarci sopra sul vasto repertorio di questo mio favorito. Quindi faccio a meno di approfondire ancora contesti e generi ed evoluzioni sue, limitandomi a comunicare la personale sensazione che a quest’uomo risulti impossibile fare cattiva musica.

Certo che una carognata come quella perpetrata dal cd in mio possesso, nel quale come bonus track finale viene riproposta la sublime “Overkill” in versione acustica… Eccacchio! Sgomina tutte le dodici canzoni precedenti, questo perfetto residuo bellico del 1983 (album “Cargo” dei Men at Work), una di quelle pop song meravigliose, con una melodia da brividi.

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