Brutali, violenti, folli!!! I Comets On Fire con quest'album raggiungono l'apice delle loro sperimentazioni psycho-noise. Ancora colmi di quella psichedelia che negli anni '70 era una delle caratteristiche principali di una buona fetta del rock, ma con una variante: fra gli anni settanta e quelli a cavallo fra il vecchio e l'attuale secolo, in cui i Comets agiscono, vi è un'esperienza che ha destrutturato il rock: il noise. I Comets On Fire arricchiscono la psichedelia di cui parlavamo con le dissonanze più acide del noise. Il risultato è micidiale. Cinque tracce. Cinque tracce in cui sono miscelate violentemente assoli rock, progressioni punk dissonanze noise, violente digressioni industrial, riff hardcore... l'ascolto è di quelli da uscirne storditi, non lascia un attimo di pace all'ascoltatore che viene letteralmente preso per i capelli e tirato in un mondo di suoni arrugginiti e taglienti, ma allo stesso tempo potenti, dirompenti.

L'inizio è di quelli folgoranti... dopo una sciamanica introduzione... dopo che tribali percussioni e leggeri tintinnì che sembrano richiamare una danza attorno ad un fuoco... dopo che ci si era acquietati su questi suoni di certo non rassicuranti, ma perlomeno stabili e lineari... dopo... si scatena l'inferno. Le chitarre partono in un riff fulminante subito seguito da assoli acidi e dissonanti. Ma non c'è il tempo per farci l'orecchio... si ritorna al riff... la voce urla... una sequela di suoni che sembrano tagliare e ferire si susseguono senza rigor di logica. L'unico elemento di linearità è la sessione ritmica che fa da base alle involuzioni delle chitarre.

Il pezzo successivo ("Return To Heaven") è più strutturato e assestato, ed è seguito da un bellissimo arpeggio di chitarra tradizionale che solo alla fine viene seppellito da un frastuono di chitarre elettriche ("The Unicorn"). E' il preludio a ciò che verrà. "ESP" e "The Black Poodle", i pezzi che chiudono il disco, sono i pezzi più allucinanti e allucinati. In totale diciassette minuti circa... diciassette minuti... diciassette minuti in cui si è imprigionati in una gabbia di suoni...  travolti da un magma di malefiche visioni... sprazzi di malvagio malessere ci annichiliscono mentre sembra che gli strumenti operino un'opera di corrosione della nostra mente.

Quando il silenzio invade le orecchie si è ancora ad occhi sbarrati, ci ritroviamo col fiatone per un esperienza musicale che davvero in pochi riescono a darci. Grandiosi!!!

P.S: si sconsiglia l'ascolto a menti e orecchie deboli
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