Ritornano dalle nebbie di tempi mitici i leggendari Comus, la storica band dei ’70 diventata col tempo un vero e proprio culto. Il gruppo si era già riunito nel 2008 con un’esibizione immortalata in East Of Sweden, album pubblicato nel 2011. Il loro First Utterance è un classico dell’acid-folk e del prog e ha influenzato artisti del calibro dei Current93 che hanno omaggiato i Comus con un’efficace e parossistica cover di “Diana” su Horsey. David Tibet, nel corso degli anni, ha incoraggiato costantemente il gruppo, riuscendo infine a pubblicare per la Coptic Cat il loro nuovo album Out of the Coma. In effetti i Comus sono da considerare i progenitori del cosiddetto neo-folk, oltre che per la musica – un’unione originalissima di folk e classica che si avvale di una strumentazione inusuale con violino, viola e oboe -anche per via dei testi che presentano riferimenti alla letteratura inglese e a tematiche pagane e pre-cristiane: Comus è la divinità greca del caos oltre che un maschera utilizzata da John Milton come simbolo dell’ebbrezza. Un altro grande fan della musica dei Comus è Mikael Akerfeldt degli Opeth che, nel booklet dell’album, ha scritto delle note di presentazione alla leggendaria “suite” ritrovata negli archivi “The Malgaard Suite”.

Out of the Coma si ricollega idealmente a First Utterance sin dalla copertina disegnata da Roger Wootton, cantante, chitarrista e leader del gruppo, e presenta tre nuove tracce che mantengono inalterata la magia e le antiche sonorità di folk delirante, pagano e dark del gruppo; la prima traccia “Out of the Coma” immerge subito l’ascoltatore in un’atmosfera cupa e fuori dal tempo grazie alla voce concitata di Roger Wootton e alla chitarra 12 corde di Glenn Goring. In “The sacrifice” è protagonista invece la magnifica voce di Bobbie Watson in una traccia in cui sono in evidenza il flauto alla Jethro Tull di Jon Seagroatt e gli archi di Colin Pearson, vero e proprio marchio di fabbrica del gruppo. “The return” è una traccia bucolica e quieta in cui risaltano ancora la voce ancestrale di Bobbie Watson e l’oboe di Jon Seagroatt. Per finire l’album è completato, come si accennava, dalla leggendaria “The Malgaard Suite”, una traccia che avrebbe dovuto finire nel seguito di First Utterance, album mai uscito a causa delle pressioni della Virgin che voleva un sound più morbido come in effetti si ascolterà nel successivo To Keep From Crying. Qui si può ascoltare una registrazione “live” di qualità mediocre che tuttavia riporta alla luce il mitico “sound” dei Comus di First Utterance, in una veste più espansa facendo intuire il grandissimo potenziale della band.

Indubbiamente Out of the Coma è un ritorno gradito e imperdibile per tutti i cultori di questa grandissima e influente band che fuoriesce dall’oblio con una rinnovata e folle carica artistica.

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