“Conan cos’è il meglio della vita?”
“Schiacciare i nemici, inseguirli mentre fuggono e ascoltare i lamenti delle femmine”.

La filosofia di vita di Conan il Barbaro (sarebbe più giusto dire quella di John Milius?) deve stare molto a cuore a questo trio albionico dedito al culto del riffone cavernoso ed abissale. Accordature ribassatissime, che fanno sembrare gli Electric Wizard un gruppo di persone senza turbe psichiche, salutisti e amanti delle bacche di goji, dipingono un mondo duro, antico, perduto e che non conosce la pietà. E’ lo spirito del guerriero che sale sul drakkar, del razziatore che sfida la morte, che cavalca con essa. La musica è stonatissima, ma non perché si celebrino le magiche piantine del creato, qui si respira il sudore, la fatica che rende insensibili, come quando Schwarzenegger gira in tondo spingendo le travi della ruota del dolore e gira e gira… doom DOOM doom DOOM e non sembra finire mai.

E c’è dell’altro: la sete di sangue, l’ebbrezza della battaglia, l’istinto del predatore. I berserker all’opera: folli, drogati dal sangue o chissà da quali piante e radici.

I Conan ci indicano la nuova via della musica da esalati vichinghi: basta tastierone e ghironde strimpellanti, il Dio del Tuono ci ha fatto dono dell’elettricità e della distorsione, Tony Iommi dei riff.

E’giunta l’ora di salpare e celebrarli.

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