Non sarò affatto breve, non ne trovo il motivo.

Nel 2001, Gianni Maroccolo produsse questo capolavoro per tramandare ai posteri ciò che i C.S.I. furono. Una meraviglia d'armonia e lirica rara in un paese come il nostro, che va avanti a passo di gambero. 'Noi non ci saremo' è composto di due volumi nei quali si riattraversano tutti i sei anni d'attività ufficiale e non del gruppo.

Il Cd apre con due remiscelamenti di due tra i brani più rappresentativi del lavoro 'Ko De Mondo', la traccia d'apertura "A Tratti" portatrice sana del saggio tormentone "Chi c'è c'è chi non c'è non c'è", velocizzata rispetto all'originale e "rockizzata", tanto da diventare una vera perla per tutti gli amanti dell'anima punkrock del gruppo nei due minuti finali (di sola chitarra-batteria). L'altra è "Intimisto", brano di rara bellezza, la quale versione valorizza più la lirica che la musica, rispetto all'originale dove Ferretti era sovrastato dall'armonia e questa volta trova un equilibrio perfetto con gli strumenti. Questo brano ci regala la maestosità lirica Ferrettiana, sempre semplice, pacata e in questo caso anche minimalista. Capace di cantare struggente e sereno le proprie disperazioni più profonde. "E gli occhi tuoi mi rubano la luce, perché tu possa splendere nei miei, allora non rimane niente e te ne vai".

Il Cd prosegue con la meravigliosa "Noi Non Ci Saremo" brano inserito in una delle compilation rock italiane dedicate al grande Augusto (R.I.P.) dei Nomadi. Con una musica sperimentale e quasi ambient, Ferretti su più tonalita e voci, canta la fine del mondo: un'immensa sfera di luce che copre ogni cosa "più grande del sole, più vasta del mondo". Gli strumenti sono struggenti e il messaggio è chiaro: non importa ciò che sarà, perché noi non ci saremo. In due parole, bisogna avere soprattutto cura delle piccole cosa, massima che Ferretti ha abbracciato dallo scioglimento dei CCCP ad oggi. Di particolare rilievo la capacità descrittiva di Ferretti, che è sempre più poeta e meno "cantante", oltre alle capacità musicali di Zamboni, Magnelli e gli altri geni.
Proseguono "Tutti giù per Terra" title track del film di Davide Ferrario e "E Ti Vengo a Cercare" di Battiato in versione Live, rispetto all'originale, invece che da Battiato, l'ultima strofa è cantata da una bravissima Ginevra Di Marco. "Forma e Sostanza" apre le collaborazioni con il grande musicista romeno Goran Bregovic (autore del successo "Kalaschnikov") seguito dall'unplugged di "Depressione Caspica" uno dei brani più belli di sempre dei CCCP (contenuto nel capolavoro 'Epica Etica Etnica Pathos' "), migliorata e perfezionata, tra il country e il rock, arricchita dall'esperienza acustica, da Ginevra Di Marco e dall'unione con "Campestre" che fa da traccia nascosta.

Segue "Il Gorgo" racconto di Beppe Fenoglio, recitato da Ferretti in occasione del concerto dedicato proprio a lui. Un drammatico stralcio di vita quotidiana durante la guerra, della famiglia in preda a figli in guerra e figlie malate senza rimedio. Immagini forti, uno Zamboni tra i migliori di sempre e la voce di Ferretti, una delle più intense tra i contemporanei. Poi ecco "Ederlezi", brano di Bregovic, eseguito assieme ai CSI con la voce di Ginevra e la controvoce di Ferretti a renderla unica. Ancora Bregovic arricchisce il brano dei CSI "Fuochi nella notte di San Giovanni" con exploit musicali tipici della tradizione romena. Arriva poi "Sogni e Sintomi" una delle tracce più belle di "Linea Gotica" resa ancora più bella dalla condizione "live" che rende un pò più magiche tutte le canzoni. Viene poi "Unità di Produzione" brano che apre il successo "Tabula Rasa Elettrificata", suonata ad un live in Bosnia, canzone che unisce la decadenza dell'utopia sovietica ad un inquietante postcomunismo mongolo, che sembra quasi una "fucina di potere temporale" tipica della Chiesa.

"Il Resto" brano scritto ed eseguito in attesa del Giubileo, profondamente critico e brillante nei confronti del cattolicesimo. La coppia Ferretti-Di Marco è davvero unica. Poi arriva "Del Mondo", a mio parere brano forte del cd, successo del lavoro "Ko de Mondo", cantata però da Robert Wyatt (al quale i CSI hanno cantato "Charmain Mao"). Immagini pseudofemministe come "È cavità di donna che crea il mondo, veglia sul tempo e lo protegge/ contiene membro d'uomo che s'alza e spinge, insoddisfatto poi distrugge" la rendono speciale, descrivendo disperatamente la vera netta differenza tra uomo e donna. Ciò che colpisce della canzone, oltre all'adattamento musicale e "vocale" di Wyatt è il testo, uno dei più poetici in assoluto di Ferretti, meritevole di un posto in qualche antologia. A concludere la meraviglia v'è la voce, intensa, immensa, calma, inquieta di Giovanni Lindo Ferretti: "è stato un tempo il mondo, giovane, forte; sorride confidente il giovane guerriero, in una vecchia foto, tra le mani una treccia. Ora, cranio rasato, celebra la sua prima sconfitta. Prezioso il luogo, il tempo dovuto al silenzio. Qua, io taccio". Questa perla incantevole lascia poi spazio al brano "Velluto Rosso" che chiude il cd, dandogli un tocco di leggerezza e "brio" come si usa in linguaggio classico-musicale. Ohibò.

Un cd da avere, per due motivi: perché Giovanni Lindo Ferretti è uno dei migliori poeti in assoluto che abbiamo e perché i C.S.I. hanno attraversato poco meno di un decennio di storia italiana, travagliatissima, venendone inondati, mai come partecipanti attivi, ma bensì come osservatori, teneri angeli guardinghi, inquieti, accovacciati a guardare la vita, ad innamorarsene distaccati. E ne hanno ricavato questo: sei anni di capolavori, di magia, di meraviglia.

E tutto circondato da una velata, spaventosa indifferenza.

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