Zero Assoluto, Tiziano Ferro, Ligabue, Subsonica e tanti altri: sono gli "artisti" che hanno scelto Cosimo Alemà per dirigere i loro video. Un regista romano conosciuto molto nell'ambiente musicale italiano, ma che ha deciso di dare una sterzata alla sua vita lavorativa quando si è messo a lavorare ad un progetto cinematografico. Questo è il lungometraggio "At the end of the day - Un giorno senza fine" (2011) nato per essere distribuito soprattutto in Italia e in Europa, ma dalle "movenze" molto americane.
Ma cos'è "At the end of the day"? Siamo di fronte ad un'opera horror che si districa tra lo slasher vero e proprio (soprattutto nell'ultima mezz'ora), il film d'azione e il thriller. Cosimo Alemà si affida ad attori emergenti (tutti non italiani) e anche il film è stato recitato interamente in inglese e poi doppiato.
Come spesso accade per pellicole di questo tipo la trama non è delle più convincenti: alcuni ragazzi si dirigono verso una foresta per dedicarsi al softair, cercando lo svago con armi finte e "guerra" tra amici. Ignorano che la location scelta per il loro divertimento è stata una zona militare e alcune strane figure continuano a perlustrare ancora la zona, perchè per loro la guerra non è soltanto un gioco. La classica avventura di amici che si trasforma in mattatoio.
Ma il grande errore sarebbe quello di etichettare "At the end of the day" come il solito survival horror privo di pathos e colpi di scena. Sia chiaro: la struttura del film è quella dei grandi classici del genere (ormai diventati inflazionati anche solo per le volte che sono stati citati), eppure Alemà mette su un film che sa il fatto suo. Partendo da attori che tutto sommato si dimostrano all'altezza, il regista romano dirige un film visivamente perfetto dove non c'è spazio per l'oscurità e gli angusti spazi bui, ma trionfa la luce, con inquadrature che vanno dai primi piani alla natura arsa dal sole nella quale si sviluppano tutti gli eventi.
In "At the end of the day" c'è una sensazione di "sospensione" che accompagna tutto quello che accade. Non è il solito slasher che basa la propria fortuna sull'emoglobina ma ha anche un suo impianto stabile, con personaggi ben caratterizzati. Colpisce un andamento in crescendo che è accompagnato nelle sue scene più "forti" e significative da una colonna sonora che spazia dall'indie, alla psichedelia, al post rock (due nomi su tutti: "Hammock" e "Soap & Skin").
Nel complesso ci sono dei momenti di stanca e alcune frazioni un po' da rivedere, ma sono più frutto di una sceneggiatura non perfetta che del regista. "At the end of the day" è un prodotto ben confezionato: forse derivativo ma che si sviluppa molto bene e tocca momenti di drammaticità inaspettati per essere uno slasher moderno. Inoltre il fatto di essere un film italiano lo rende ancora più riuscito se paragonato alle recenti uscite del genere sul suolo italico (stendiamo un velo pietoso...)
Cosimo Alemà è quindi un regista da tenere d'occhio e il suo primo lungometraggio merita attenzione: non è il solito horror, ma c'è personalità e un'ottima resa filmica.
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