Facciamo che se scendi a KarlsPlatz e tieni gli occhi aperti riesci a vedere il Palazzo della Secessione. Se continui diritto su quella strada, la Linke Wienzeile, arrivi al Naschmarkt che letteramente significa Mercato Goloso. Lì puoi sentire le puzze alimentari di mezzo mondo. Se tieni duro e decidi di superarlo arrivi al Flohmarkt, il più grosso mercato delle pulci di Vienna. Tra quelle bancarelle c'è di tutto, dalla paccotiglia dell'Armata Rossa a qualche Picasso dimenticato dal mondo ed è lì che ho preso questa bomba dei Cows per 5 miseri Euro.

A dire il vero il nome Cows su due piedi non mi disse molto, ma con la dovuta calma mi ricordai dove c'eravamo incrociati, ma non presentati. Il primo contatto, da quel che mi sembra di ricordare, è avvenuto quando Cobain decise di sospendere le registrazioni di In Utero per due giorni pur di vedersi un loro concerto. Una notizia del genere ad un me adolescente deve esser suonata come una disperata sete di conoscenza poi svanita. Un secondo contatto avvenne quando quello scoppiato di Rutmains, bassista e perno musicale dei Cows, prese a suonare con i Melvins. Un terzo quando tutti presero a consigliarmeli ed io ad ignorarli. Bene, alla fine hanno vinto i Cows.

Whorn, stampato per l'Amphetamine Reptail di Tom Hazelmyer nel 1996, è il Post-Hardcore più sgangherato che mi sia mai capitato di sentire. Prendete i Jesus Lizard e toglietegli qualsiasi tentazione artistica o estetica, mettetegli un chitarrista, anzi un possessore di chitarra, davvero poco dotato, ma così originale da suonar paradossale, un basso di quelli che appenna acceso lo stereo frantuma le mattonelle di casa che si sposa con una batteria che definire sincopata è poco. Aggiungetegli pure una trombetta e uno smisurato amore per le nenie blues e il rumore osceno e il gioco è fatto. I Cows da Minneapolis non stanno tanto bene. Questo è chiaro.

"Divorcee' Moore", "A Oven", "The Warden" sono un inizio spettacolare, di quelli che ti lasciano tramortiti per furia e precisione. "Mas-No Mas" sembra un pezzo degli Scratch Acid a velocità doppia; "Four Things" è canone nella pazzia. "Tropic Of Cancelled" ha uno di quei giri di basso che non puoi non amare (si, dico a te cresciuto con l'idea che il basso deve si frantumare i timpani, ma anche farti dondolare). La ricetta è questa: chitarra libera di divertirsi e basso a fare il lavoro duro, formula che s'inverte in "Organized Meat" che con l'arrivo della tromba diventa pura lussuria. "Massa Peel" sembra una carezza, ma subito si trasforma nel ceffone più violento di Whorn; "A Gift Called Life" è rumore allo stato brado, "Jikan" la conferma che 'sti Cows sono dei coglioni di proporzioni colossali.

Morale della favola è che la gente si libera di cose bellissime. Controllare bene il contenuto dei dischi, delle bancarelle di dischi nei Flohmarkt e dei vostri cessi.

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