Non mi venite a rompere le palle perchè la colpa è di Zion. In realtà, la colpa è sempre di Zion, ma sorvoliamo.

Piccola nota: se avete 40 anni circa bene, se ne avete di più probabilmente nemmeno sapete di cosa sto parlando. C'era un tempo, tra la fine degli anni '80 e gli anni '90, in cui Fininvest (Mediaset per gli sbarbatelli) ci rompeva i coglioni mattina e sera con qualsiasi tipo di cartone animato. La caratteristica era una e una soltanto: dovevano fare tutti estremamente cacare. A quell'epoca Miyazaki aveva già sfornato due-tre capolavori; Otomo se n'era uscito, già da un pezzo, con "Akira" e via discorrendo e a noi ci facevano vedere gli scarti di magazzino che i giapponesi manco si cagavano di striscio. Siamo sempre stati periferia dell'Impero: era meglio capirlo fin da bambini. In questo marasma di disegni animati malissimo, c'erano le siglette a fare da contorno. Io tornavo a casa da scuola, accendevo la Tv e mi vedevo Bim Bum Bam, aspettando la mitica sigla della mitica Cristina D'Avena e poi spegnevo, del cartone in sé non me n'è mai fregato una beata minchia (anche perchè erano quasi sempre tragedie improponibili). Quelli prima di noi hanno avuto "Ufo Robot" e i "Barbapapà", divertenti, poi si sono beccati in un colpo solo tutte le sfighe di "Heidi" e di "Remi e le sue avventure", uno dei tizi più iellati dell'universo mondo (viene abbandonato in fasce; il padre rimane invalido; viene strappato alla famiglia; a un certo punto rimane pure solo e senza cibo, in compagnia di tre animaletti del cacchio che avrebbe dovuto squartare e mangiare almeno per potersi sfamare e invece, cretino, se li tiene per simpatica compagnia, e vabbè ti meriti tutte le sfighe del mondo).

Le suddette sigle "d'avenose" venivano pubblicate annualmente su MC. Potevo sceglierne una qualsiasi (ne hanno fatte più di 20), scelgo la 8 perchè è l'unica che mi ricordo più o meno decentemente.

Ah l'inizio. Signori, l'inizio. Il primo squillo di tromba è "Al circo, al circo", sigla dello show televisivo "Sabato al circo" (che io mi vedevo da piccolino: ero un patito del circo) che andava in onda da Piazza Udine a Milano e che vanta ben tre edizioni e alla cui conduzione si sono succeduti tutti i volti noti della Fininvest dell'epoca: Gigi e Andrea; Massimo Boldi; Francesco Salvi; Enrico Beruschi; Susanna Messaggio e Gerry Scotti. Bellissimo (si fa per dire) intrattenimento del sabato sera in cui fra leoni e tigri lobotomizzati, acrobati che senza la rete sarebbero defunti dopo due puntate, clown che non facevano ridere, cavalli rimbambiti da qualche barbiturico (molto) potente, si inserivano le micidiali gag di Cipollino con battute tipo: "La signora Pina Scalop, detta Scaloppina, ha avuto un figlio a 71 anni: data l'avanzata età della madre le è nato un ingegnere di 34 anni". Ah, le matte risate. Poi si spegneva la Tv, si andava a letto e la mattina dopo, grazie al sonno che tutto può, quelle battute te le eri dimenticate. Con me non ha funzionato, il sonno.

"Le avventure di Teddy Ruxpin" non me lo ricordo, bho, pare fosse la storia narrante le avventure di un orsetto di pezza. Ma a seguire, Oh My God, c'è "Dinosaurcers": questo è un pezzo da museo. C'erano dei ragazzini che avevano come amici dei dinosauri parlanti (e non era ancora scoppiata la moda di "Jurassic Park"): questi provengono dalla galassia di Reptilion e si spostano su navi spaziali. Voi ve lo vedete un brontosauro che guida? Bhè, si vede che su Reptilion sono di manica larga quelli dell'autoscuola. Vivono un casino di avventure, ma un casino proprio, nel senso che non ci si capisce nulla, ma meglio così: almeno la sanità mentale è salva. Però la sigla era una figata ("Stammi ad ascoltare perché ho una sorpresa per te davvero sensazionale"). Poi c'è la sigla di una serie tv spazzatura con protagonista la D'Avena che, non essendo mai stata Katharine Hepburn, faceva il suo: "Cri Cri", questo il titolo. Di cosa parlasse non lo so, ma di solito la sinossi era semplice: Cristina viveva in una specie di loft a Cologno Monzese, entrava gente ogni minuto, maschi soprattutto, lei ci provava con tutti, tutti ci provavano con lei, l'amore trionfava e tutti a correre in Corso Europa verso la felicità (Corso Europa è a Cologno, dove ha sede Mediaset, e queste sitcom venivano girate lì).

"Grande piccolo Magoo" vabbè è il nonnino cecato, ma del cartone non so dirvi nulla. Sarò stato cecato anch'io, all'epoca. C'è pure l'ennesima canzone dei Puffi, questa è "Amici Puffi". Poi, amici di chi? A me sono sempre stati sul culo gli ometti blu, blu come il Viagra tra l'altro, e forse si capisce perchè in tutto il villaggio c'era una femmina sola, la povera Puffetta, preda degli insaziabili bollori sessuali dei Puffi (specie il Grande Puffo, che era grande non solo per l'età) e del crudele Gargamella, che pure lui... vabbè, lasciamo stare.

Perso nei meandri della memoria spunta fuori "Niente paura c'è Alfred", che era anche una delle poche cose decenti che ci facevano vedere. Il papero Alfred infatti era un papero notevolmente progressista: aiutava gli stranieri, cianciava di democrazia, ad un certo punto ricordo pure che partecipava a una specie di riunione in una simil-Onu. Ecco spiegato dunque il passaggio della canzone in si diceva: "C'è sempre un Alfred in ogni bambino". Poi l'abbiamo ucciso, crescendo. Tanta nostalgia. Mica poteva mancare la sigla di "Super Mario", l'idraulico baffuto. Ora, a parte che se oggi chiamo un idraulico minimo mi tocca aspettare due settimane, e mi andrebbe bene anche non baffuto, ma 'sto Super Mario era davvero una piaga: era ovunque. Dove c'era un tubo lui c'era. Poi il Super Fungo, il Mega Fungo, il Mini Fungo: tutti allucinogeni, ovviamente. Ma lui se ne fotteva, saltava di qua e di là in barba alle leggi sull'uso delle droghe: avesse conosciuto Salvini...

Mah... "Jenny Jenny" era una tennista, una specie di Sinner in gonnella. Dimenticatissima. D'altronde il tennis a quell'epoca non è che andasse molto, l'era Panatta era finita da un pezzo e l'era Federer e Nadal doveva ancora venire. C'é "Una spada per Lady Oscar", il primo trans con cui noi pischelli di fine Novecento siamo venuti a contatto. Capisco che alla corte del Re Sole non usavano il sapone, ma cacchio almeno accorgersi che era una donna e non uomo non mi sembrava così difficile. No, niente, sono andati avanti per mille e mille puntate facendo finta di nulla. Vedete, avessero avuto il bidet, prima o poi di qualcosa si sarebbero accorti: tutti si lavano. Ah no, scusate, non c'era il sapone. Vabbè, una banda di pirla francesi dai. Non poteva mancare il triangolo d'amore più famoso della storia. "Jules e Jim" di Truffaut? Ma và, robetta. "Kiss me Licia". "Un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso": tremila puntate per decidersi. O ti becchi Andrea o ti becchi Giuliano. O stai con tutti e due. O, ipotesi decisamente più pepata, visto che in casa girava sempre un gatto, ti diverti con quello. Avrebbe preso, la serie, una connotazione zoofila che avrebbe fatto il paio con Lady Oscar: travoni del Settecento e sesso con animali. Altro che YouPorn.

Maledetto Zion, adesso mi hai fatto venire voglia di ascoltare anche gli altri Fivelandia. Vabbè, meglio di niente: in estate il cazzeggio è d'obbligo, anche superati (abbondantemente) i limiti d'età.

Elenco e tracce

01   Al circo, al circo (03:38)

02   Le avventure di Teddy Ruxpin (03:27)

03   Cri cri (03:57)

04   Amici puffi (03:16)

05   Dinosaucers (03:15)

06   Grande, piccolo magoo (03:22)

07   Bim bum bam... Ma che magia!!! (03:29)

08   Niente paura, c'è Alfred (03:09)

09   Super Mario (04:03)

10   Jenny, Jenny (03:31)

11   Kiss Me Licia (03:18)

12   Una spada per Lady Oscar (03:33)

13   Tartarughe ninja alla riscossa (03:51)

14   Finalmente ciao, ciao (03:20)

Carico i commenti...  con calma

Altre recensioni

Di  Pibroch

 Il ragazzino si mise a cantare con la piccola sorella.

 Nulla, sia chiaro, vuole togliere a ragazzini magari più svegli, seppur troppo spesso ignari.