Un po' come gli album delle fotoricordo, i demos che i gruppi registrano servono ad imprimere nella memoria degli stessi musicisti e degli ascoltatori, chi si era ad inizio carriera. C'è chi, come gli HIM ad esempio, ha in un certo senso ripudiato le radici, e c'è chi invece ha continuato a perseverare sulla propria strada, evolvendo magari, ma senza mai snaturare o rinnegare le proprie origini: è questo il caso di quella che forse è stata la più importante technical death metal band di sempre (assieme ad Atheist ed in maniera differente ai Death), vale a dire i Cynic, fautori nel lontano 1993 di un capolavoro immortale del genere, ossia quel "Focus" che tanto fece discutere all'epoca.

Ma cosa c'era prima di "Focus"? La risposta è racchiusa nei 4 demos registrati dal gruppo tra il 1988 ed il 1991 ed in questa sede andremo ad analizzare proprio il primo. Partiamo dicendo da subito che, nonostante i componenti fossero tutti giovanissimi (il vecchietto Sean Reinert aveva solo 17 anni), la tecnica risulta essere eccelsa, mostrando una pulizia in fase d'esecuzione davvero invidiabile, ma anche un grande spessore in fase di song-writing, componendo 3 canzoni brevi, ma intense ed tutte estremamente articolate; l'apertura viene lasciata al techno thrash di "Once Misguided", traccia selvaggia e violenta, che si base su una base musicale particolarmente votata alla velocità. Si nota da subito come sia tra l'altro diverso l'approccio vocale che Jack Kelly, ex cantante della band, ha, risultando più vicino ad uno stile thrash, rispetto a quello death che poi questi giovani americani adotteranno. "Weak Reasoning" e "Dwellers Of The Treeshold" si avvicinano invece più al death progressive che poi diventerà vero marchio di casa Cynic: ecco che si alternano allora assoli velocissimi, tempi dispari, continui cambi ritmici, partiture di basso che cominciano a sapere di jazz fusionistico, il tutto poi contornato dalla voce rauca ed aggressiva del cantante.

Ora, pur con la totale consapevolezza di essere davanti ad un prodotto che presenta qualche piccola sbavatura e alcune ingenuità sparse, risulta davvero impossibile non spendere parole di lode nei confronti dell'operato di questi cinque ragazzi, non solo perchè come già detto prima, agli strumenti stavano degli adolescenti, ma soprattutto perchè pur essendo "minato" da qualche veniale pecca, questo è un disco già maturo, di buona fattura, che presenta soluzioni musicali interessanti, sia nell'ottica della musica odierna, sia nell'ottica della musica dell'epoca nella quale celeberrimi gruppi come Metallica e compagnia erano visti come punto di riferimento. Promossi dunque, e senza il ben che minimo dubbio, anche se... beh, il bello sarebbe dovuto ancora arriva.

Buon ascolto.

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