Marcello Baraghini balla coi libri sin dagli albori degli anni ’70 dello scorso secolo, quando fondò Stampa Alternativa. Direttamente da un marciapiede, da dove, con i compagni radicali, predicava nel deserto sbraitando di controcultura, divorzio, aborto, obiezione di coscienza, droghe e di tutto quel che dava fastidio alle chiese cattoliche, comuniste, fasciste e democriste. Stampa Alternativa pubblicava opuscoli e libri scomodi, fastidiosi. Baraghini, almeno sino a questo momento, si è beccato 127 denunce, tutte per reato di opinione. Si è dovuto dare alla macchia dopo che i preti, e non solo loro, si arrabbiarono per un volume dal titolo “Contro la famiglia, manuale di autodifesa e di lotta per i minorenni”. Era il 1975, pieno medioevo.

Oggi Marcello Baraghini è prossino agli ottant’anni e continua rompere i coglioni. Ha da poco inaugurato la sua quarta (quinta?) vita editoriale: ha fondato, nella T.A.Z. di Pitigliano, le Strade Bianche di Stampa Alternativa, erede unica di quella casa editrice che ora si ritrova tra le mani di qualche liquidatore di passaggio. “Balla coi libri” (Iacobelli Editore, 2023) è la storia della sua vita, delle sue battagliere incursioni nel mondo poco dorato dell’editoria. Daniela Piretti, la sua compagna, lo ha inchiodato al microfono costringendolo a vuotare il sacco. Le 197 pagine del volume narrano di un editore testardo e orgoglioso in grado di scrivere capitoli fondamentali della storia della cultura del nostro Paese. Anche se in pochi sono disposti a riconoscerlo. Quei pochi, peraltro, sono costretti a fare il surf tra l’immondizia dei libri di regime e le (finte) polemiche su Susanna Tamaro che non ama Giovanni Verga.

“Balla coi libri” è un libro anarchico, privo di riferimenti temporali precisi. Si passa da un decennio all’altro per poi tornare indietro e rimettersi di nuovo in carreggiata. Sullo sfondo la difficile situazione del Covid19, l’Italia che chiude, che entra in confidenza con un termine di origine anglosassone mai sentito prima: lockdown. Più che un’intervista, siamo alle prese con un dialogo serrato e veloce in grado di snodarsi tra passato e presente, con entrambi gli occhi rivolti al futuro. Gli umori di Marcello e Daniela si intrecciano nel racconto di episodi di svariata umanità, buona parte dei quali sembrano appartenere a un altro mondo. D’altra parte, il cammino di Stampa Alternativa è stato lungo nonché costellato di grandi intuizioni (dicono niente i Millelire?), ma anche di momenti di difficoltà, di errori, occasioni perdute, scazzi. E poi c’è la politica, in particolare il Partito Radicale di quel Marco Pannella che tanto si è dato per il risveglio civile del nostro Paese. A un certo punto, irrompe persino Lucio Battisti. O meglio, una sua lettera, spedita proprio a Baraghini, con data 25 febbraio 1992, che smentisce, una volta per tutte, le presunte simpatie di destra del musicista di Poggiobustone.

Può bastare? Forse no. Probabilmente manca qualcosa all’appello. Ma l’autrice ha promesso che, presto o tardi, arriverà un “Balla coi libri 2”. E forse anche un volume tre. Aspettiamo fiduciosi.

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