Timore, angoscia, paura, terrore, dolore, sollievo, fatica, felicità, gioia, estasi divina: Sì, divina, come ad un signore di nome Boccaccio piaceva accostare il titolo. Divina perchè è la somma delle più alte arti letterarie, perchè il testo più discusso, sputtanato, intrigante, drammatico, oltreaggioso, superbo che sia mai stato scritto.

La Comedìa, scritta dal sommo poeta Durante Alighieri tra il 1307 e il 1321 è la più maestosa opera della letteratura mondiale, un opera universale, una perfetta e minuziosa enciclopedia del medioevo, una summa di tutti i più alti sentimenti poetici.

Nell'anno giubilare del 1300, il poeta si trova ad affrontare un viaggio che lo porterà a visitare i tre grandi regni dell'oltretomba (un pò come aveva fatto Ulisse o lo stesso Enea, narrato da Virgilio.) e in soli due giorni di cammino, con l'amorevole guida del poeta-profeta Virgilio, Dante attraversa completamente la valle inferna, dove ha incontrato diavoli, dannati, mostri, giganti, personalità mitologiche e Lucifero, il padrone assoluto dell'inferno. Si appresterà poi il terzo giorno a salire la faticosa montagna del purgatorio, ad esplorare il paradiso terrestre e solo dopo riti di purificazione, passerà, con la guida di Beatrice (non a caso una donna, sesso celebrato da tutti i poeti del dolce stil novo come la massima perfezione della bellezza) alle volte celesti.

Dante dipinge uno straordinario susseguirsi di allegorie che lo rapportano al suo tempo, alla sua società, alla sua Firenze, alla sua Italia. Nonostante sia una opera basso- medioevale, il tema della Comedìa è terribilmente attuale: La sete di potere, la lussuria, e la prepotenza (rappresentate dalle tre fiere) sono gli unici ostacoli che non ci permettono di salire ad un livello di conoscenza più alto, di conoscere la pace eterna, di poter salire quel colle illuminato dal sole. E allora cosa ci dice Virigilio? Per salire a questa concezione "più alta" serve fare una strada più lunga, un enorme excursus psicologico sui nostri peccati, sui nostri sbagli: < A te convien tenere altro viaggio/ rispuose poi che lagrimar mi vide/ se vuò campar d'esto loco selvaggio>

La selva oscura. Un fitto bosco pieno di ostacoli, buio, tenebroso. Come la perdizione, come la corruzione della società: un ombra tenebrosa che ci ostacola e ci intimorisce e quando siamo per arrivare alla luce, c'è qualcosa che ci impedisce il cammino e che  

La Comèdia va dunque letta con uno sguardo critico, e in ogni verso Dante nasconde qualcosa di davvero importante. Non ci dobbiamo dimenticare, però, della storia, in fin dei conti, come ci dice il sommo poeta stesso, è solo una commedia. 

La bellezza estrema delle terzine dantesche, anche quando sembrano tirate per i capelli, anche quando sono oscene (e non sono poche), anche quando trasmettono l'immagine più ripugnante, ci fanno sobbalzare e un brivido attraversa la schiena del lettore. Come può un essere umano aver scritto un qualcosa del genere? Come può una mente umana far pensieri di così alta levatura? Come può descrivere immagini estasianti con poche e asciutte parole?

Come una visione celeste di Dio, la divina Commedia esplora il nostro animo, ma soprattutto, ci fa sentir fieri di essere Italiani. Un viaggio dissacrante che ha un solo fine, la perfezione:     

"L'amor che move il sole e l' altre stelle"

 

 P.S.: Sono ateo, lo confesso. Ma se proprio dovessi sbagliarmi, quando morirò, dopo aver scoperto il mio errore, mi manderanno sicuramente sul primo girone del purgatorio: i superbi.  Chi mi avrebbe mai permesso di rovinare una così grande opera, se non la mia superbia?

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