Non sapevo nulla di questo terzo capitolo targato "Giorno Nero" e guidato dall'enigmatico Robin Lee Crutchfield (già attivo con i DNA).

Ho apprezzato il cupissimo "Exterminating Angel", il più accessibile "Window" ma credevo che tutto fosse finito lì. E invece la vita ti sorprende.

TI sorprende perché, oltre a questo disco, vieni a sapere che il buon Robin ha dismesso i panni del cupo cerimoniere "dark" ormai da anni, per diventare una sorta di elfo , un elfo con tanto di finte orecchie e pizzetto, un elfo che ha prodotto tanto altro materiale. Materiale sonoro comunque distante dall'esistenzialismo straziante delle sue prime due opere.

Ma veniamo a "Darkest Before Dawn". Il genere può essere classificato come minimal synth pop, e fin qui nulla di nuovo, ma c'è dell'altro in questi trentasei minuti di musica.

Le melodie si fanno più ariose, certamente meno opprimenti e su tutto aleggia un non so che di arabeggiante ed esotico.

Musica suonata per sognare o per suscitare visioni di epoche ormai perdute.

Già dall'iniziale "Meadowlands..." si ha questa impressione.

Si prosegue con "Darker Days", stupenda e introspettiva, e si va avanti con altri brani dello stesso tenore: brevi ma efficaci. Un esempio su tutti, l'ipnotica "The Haunted Child".

Sono le tastiere a farla da padrone e , sinceramente, non avverto vistosi cedimenti in tutta l'impalcatura sonora che compone il disco.

Certo, non ci troviamo dinnanzi al genio delle due opere menzionate a inizio recensione, ma che ci volete fare? Anche Robin aveva bisogno di staccare un po' e di dedicarsi a musica in buona parte diversa.

Consigliato ai seguaci della creatura in questione. Per gli altri è d'obbligo procurarsi i primi capitoli del nostro affezionatissimo e strambo amicone.

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