Gelido, distante, sovrumano, travolgente, compatto e siderale.

Potrei continuare così, sfornando febbrilmente gli attributi più adatti a descrivere in ogni dettaglio il ritratto di questo gruppo svizzero: un ritratto indefinito ed indefinibile, un buco nero dai rimbombi abissali, un'equazione malsana quanto il vuoto nero pece che la infetta ma glaciale quanto l'immutabile perfezione che la regola, che la anima, che la scaraventa oltre i confini della realtà.

"Darkspace III" non è nient'altro che la nera verginità che risiede nell'incommensurabile dimensione aldilà del creato, là dove la mente umana non può giungere nè fisicamente nè mentalmente, dove le parole perdono il loro significato e dove l'antitesi è il principio immanente dell'anti-realtà. "Darkspace III" è un parto malvagio fatto di echi distorti, di ritmi follemente convulsi e di dilatate melodie cosmogoniche; forse sono solo frutto di chitarre e di synth sorretti da una drum machine alienante, o forse sono gli ancestrali deliri provenienti dai perpetui moti celesti che fanno parlare silenziosamente la galassia.

Questo parto non assume alcun nome nè titoli, solo freddi numeri. Non è un feroce sfogo nichilista, perchè presuppone già in partenza l'inesistenza di ogni realtà, di ogni valore. Non distrugge, poichè solca i campi dell'inconcepibile. Non si rivolge ad alcunchè: è un monologo equazionale disperso nell'oscuro oceano dello spazio, ma sta a noi captarlo ed interpretarlo.

"Darkspace III" non darà mai tregua, sia nel macinare l'aria con irremovibile e granitica potenza che nei momenti di claustrofobico soffocamento elettronico: il linguaggio assume un'uniformità disumana, eppure dietro ad una simile struttura spietata si può ancora percepire un mastodontico tsunami di immagini, di emozioni, di dati criptici ed incomunicabili. La mente ammutolisce, e lascia gridare il selvaggio istinto irrazionale.

Non cercate di dare un significato a questa creazione; è inutile. La cosa importante è che venga recepita ed accolta come un inestimabile tesoro intagliato da mani aliene, come un'amorfa scaglia di verità demiurgica; e forse, chissà, anche la nostra mente sarà in grado di assurgere al vero significato e valore di questa musica.

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