"Ninja (??, Ninja?) è un termine giapponese relativamente recente che indica una spia del Giappone feudale (dal 1185 al 1868 circa). Il ninja è per definizione l'esperto nelle tecniche militari di strategia e intelligence che prendono il nome di ninjutsu e che hanno una lunga storia.
"Ninja" è la lettura "on" dei due kanji ?? utilizzati per scrivere shinobi-no-mono (???, shinobi-no-mono?) un termine nativo giapponese utilizzato per descrivere una persona che praticava il ninjutsu. Tra i sinonimi di ninja vi sono i termini kanja (??, kanja?), shinobi (?, shinobi?) e shinobi no mono (???, shinobi no mono?). In epoca Tokugawa anche il termine Oniwaban (???, Oniwaban?) o "custode dei giardini" della dimora shogunale divenne sinonimo di spia. Secondo alcune fonti di tenore romanzesco le spie di sesso femminile avrebbero avuto l'appellativo di kunoichi (???, kunoichi?) un gioco di parole che si riferisce al carattere grafico per "donna"(onna (?, onna?)) ed ha anche altre accezioni." (from "Wikipedia")
Inizio così la recensione di questo videogame, apparso nelle sale giochi e nei bar, intorno agli anni novanta (precisamente nel 1991), tanto per mettere in chiaro che il suddetto con i Ninja non c'entra un benamato cappero chiodato!
Fatta questa doverosa precisazione, è altresì doveroso dire che questo game ha contribuito, in maniera assai esponenziale, a forgiare le mie capacità, sia nel bestemmiare, che nell'inventare bestemmie nuove che non starò qui ad elencarvi.
Impossibile non innamorarsi del gioco, impossibile evitare di "continuare" con gli stramaledetti gettoni di quali mi facevo una scorta non indifferente (costo circa 200-250 lire), impossibile, infine, non bestemmiare quando il cavernicolo di turno ci lasciava la pelle a causa delle mazzate (nel senso più stretto del termine) ricevute dal nemico (cavernicolo anch'egli e, a volte, dinosauro) mentre si vedeva sullo schermo l'anima del neo defunto protagonista, con tanto di ali, lasciare questo mondo sotto una soundtrack da marcia funebre davvero macabra ma che, al tempo stesso, contribuiva a rendere il tutto troppo esilarante.
Si, perché "Caveman Ninja" (noto anche come "Joe & Mac - Caveman Ninja"o "Stone Age") è stato, decisamente, il videogame più divertente, demenziale, e avventuroso che mi sia capitato di giocare.
Avventure mozzafiato attendevano i due cavernicoli, costretti a recuperare le loro "belle cavernicole" rapite dai nemici barbuti, con tanto di clava. Ma i nostri eroi non erano comuni cavernicoli. Erano molto di più. Erano dei veri e propri NINJA, esperti nei ninjutsu più arcaici e primitivi (come la moltiplicazione dei corpi, tramandata di generazione in generazione, fino ad arrivare nel villaggio di Konoa; tecnica appresa dal noto ninja Naruto Huzumaki, la "Tecnica della moltiplicazione del corpo").
Dotati di armi abbastanza primitive, quali sottospecie di martelli per Joe e, rispettivamente, ossa per Mac, gli odiosi pugnali di pietra, ruote di pietra, fuoco, boomerang, scariche elettriche, sassi acuminati ed addirittura dei cloni (veri e propri missili a ricerca di calore antropomorfi, l'anzidetta "Tecnica di moltiplicazione del corpo") i nostri eroi dovranno vedersela dura, lungo un percorso davvero ostico, popolato da dinosauri di ogni tipo (dai mini-tirannosauri che, una volta prese, piangendo, vanno a chiedere soccorso alla mamma che, certo, non ve la farà passare liscia), agli stramaledetti pterodattili i quali, non so come e perché, fossero muniti di pietre che trasportavano con le loro zampe, pronte a far cadere sulla cocuzza di Joe e Mac, a piante carnivore sputa semi mortali e infuocati (ma che cavolo vole te di più? Chi ha detto che all'età della pietra ci si annoiava?), per finire agli stupidi cavernicoli barbuti che ti menavano non appena ti guardavano negli occhi.
E il tutto si svolgeva in "soli" 5 livelli. Perché le virgolette? Perché, terminare quei "soli" 5 livelli, era impresa assai ardua, anzi, era una delle varie "Mission: Impossible", visto il numero interminabile di nemici ed ostacoli che i nostri Caveman Ninja dovevano affrontare.
Terreni dissestati, terremoti improvvisi, ponti sospesi che non promettevano nulla di buono, avventure acquatiche e, ciliegine sul tortone, ben 4 bivi da scegliere quando si concludeva uno dei 5 livelli (in realtà il livello non si concludeva automaticamente con la fine dell'avventura, ma lo "stage gaming" era abbastanza lungo, con tanto di bivio, tanto per farti incasinare di più, magari scegliendo quello più difficile in modo da crepare ancor prima di aver iniziato la nuova "stage").
Che dire... il gioco era basato su un game playing davvero semplice, ossia, il classico "spara e/o salta", con la possibilità di poter potenziare l'arma di turno (il proprio ninjutsu) tenendo premuto il pulsante di "fire", onde vedere il braccio del nostro eroe roteare fino allo sforzo massimo, per poi lanciare la sua arma iper-potenziata, onde distruggere il più elevato numero di nemici possibile. Inoltre è prevista la possibilità del gioco multiplo (giocare in due contemporaneamente, l'uno accanto all'altro, con l'inconveniente di vedersi triplicato il numero di nemici ed ostacoli da affrontare).
Ultimo livello.... Enorme T-Rex davvero incazzato, con tanto di nemici che dovevi affrontare contemporaneamente. Una volta caduto il T-Rex urli: "è finita!!!". E invece no! Perché, il vero livello finale è all'interno del T-Rex, cioè, dentro la sua pancia! Dove accade di tutto, da meteore di fuoco, vulcani, i soliti pterodattili, piante carnivore e cavernicoli (ma che cazzo ci stavano a fare nella pancia di un tirannosauro tutte ‘ste cose? Mbah... misteri dell'età della pietra ai quali neppure i più noti archeologi hanno saputo trovar risposta).
La cosa davvero fantastica di "Cavemna Ninja" era l'animazione, basata sullo stile "cartoon". Le espressioni dei personaggi, le loro "mosse", il braccio roteante che se lo facevi roteare troppo vedevi sfiancato il cavernicolo che rischiava di buscarle di santa ragione. E ogni volta che appariva il mostro da affrontare a fine livello, i due cavernicoli non risparmiavano l'urlo "AAAAAHHH!!!!!" sgranando gli occhi che gli uscivano fuori dalle orbite! E i nemici, quando le prendevano, fuggivano piangendo (così come i piccoli dinosauri), mentre le piante carnivore perivano con un brutale "bleah....." .
Insomma... un miscuglio, ben riuscito, di disegni in "cartoon-style", avventure al limite dell'assurdo, demenzialità inverosimile e tanta, ma tanta, avventura a raffica che ha reso questo gioco, un mitico Gioco (volutamente maiuscolo), impossibile da terminare con un sol gettone, anche quando si diventava espertissimi.
Termino, ringraziando gli inventori degli emulatori arcade (Mame32 &C.) che mi hanno permesso di riviverlo e di gustarmi, non IL finale, bensì I 3 FINALI ALTERNATIVI E DIFFERENTI che, una volta terminato l'ultimo livello, dovevi scegliere. E non sempre, la fine, è così bella come spesso ci si auspica, specie dopo aver speso una barca di gettoni in "continue"....
Nostalgico, da quel che sono, rimpiango assai quei tempi. I tempi delle 200 lire e dei gettoni.... Impossibile non dargli il massimo.
Sayonara!
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