Ho conosciuto questo ottimo trombettista ascoltando i magnifici Masada, creazione di quel "simpatico" di John Zorn. In questo "Freak In" troviamo Dave Douglas come compositore e produttore dell'intero lavoro, realmente difficile da descrivere per la molteciplitá di generi e stili che qui si incontrano.

Come partenza potremmo per comoditá citare il papá Miles (o nonno) del periodo elettrico, per poi allontanarcene verso un contaminazione piú elettronica che a mio avviso é una delle cose piú riuscite dell'album. I pezzi sono vari e ben collocati nella scaletta: da ritmi presi all'elettronica (trip-hop?) a musiche dove i fiati dialogano con ampio respiro, da basi rock sostenute dal basso al be-bop latineggiante, da tappeti ambient dove i fiati dialogano amichevolmente a elettroniche percussive avanguardistiche. In tutto ció regna la tromba del nostro Dave spesso e volentieri accompagnata dai sax.

Un disco dalla notevole complessità come si puó dedurre anche dalla line-up: "Dave Douglas: trumpet, keyboards, voice; Jamie Saft: keyboards, loops, programming; Marc Ribot: electric guitar; Karsh Kale: tabla and additional drums; Joey Baron: drums; Romero Lubambo: acoustic guitar; Brad Jones: Ampeg baby bass, acoustic bass; Ikue Mori: electronic percussion; Seamus Blake: saxophone; Chris Speed: saxophone, clarinet; Craig Taborn: Fender Rhodes; Michael Sarin: drums". Musicisti mai sentiti ed altri decisamente piú famosi come Marc Ribot che non é riuscito ancora a convincermi, particolarmente in questo disco lo trovo poco coinvolgente, troppo nascosto, come dire?... ecco, quello che vedo come un difetto in un chitarrista puó diventare un pregio in un batterista, nel nostro caso il grande Joey Baron, preciso e mai esuberante. Invece molto bella la chitarra classica di Romero Lubambo presente solo nella seconda traccia suonata con buona tecnica e phatos. Interessante la costante presenza di Jamie Saft disturbatore elettronico nel senso positivo, del quale mi piacerebbe approfondire la conoscenza. Gli altri musicisti si integrano discretamente bene nel congiunto; mentre qualcuno é sempre presente, come Karsh Kale con le tabla altri sono piú in ombra come Ikue Mori, che mescola le sue percussioni elettroniche con i suoni di Jamie Saft.

Nel complesso un lavoro interessante, molto curato nella produzione e negli arrangiamenti. Il punto debole é purtroppo, l'anima stessa della musica ovvero le composizioni. A mio avviso Dave ha lavorato troppo sulla forma e poco sul contenuto. Puó essere anche stata una cosa voluta o una conseguenza della mancanza di spunti creativi o di genio compositivo.

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