"Another star in the sky" esce nel 1994 ed è dedicato dal musicista David Arkenstone alla scomparsa della madre (come si può capire dal titolo). E' un album ricco di strumentazioni elettroniche e parti orchestrali, tese a favorire la ricerca della serenità spirituale di chi ascolta, così come tendono molti album del movimento new age. Arkenstone, sempre molto influenzato dal musicista giapponese Kitaro nella sua opera, ci propone qui un disco ricco di queste atmosfere che abbiamo accennato, più alcune canzoni ritmate e cantate dalla sua voce "filtrata" da strumentazione elettronica (cosa che non accade spesso nel  movimento new age: che sia il compositore stesso a cantare, voglio dire...).

Il disco si apre con "Pool of Radience" un pezzo per tastiere e percussioni che alterna movimenti veloci ad altri lenti ed interrogativi, quasi di attesa: le tastiere di Arkenstone ci trasportano davvero in un mondo "spaziale" e sembra di toccare le stelle di un universo molto scuro, illuminato a tratti.

"Far far away", che prosegue direttamente la canzone precedente, si apre con il canto di A. che dice "Lost in a dream\the star is fallen\the sky is full of winter" e che ci rimanda alle sensazioni di un astronauto o di una semplice persona persa e vagante nello spazio... Il canto di A. prosegue per tutto il pezzo, accompagnato dalle tastiere e dai sintetizzatori "spaziali"...

"Light in the East" invece si apre teneramente con le note di un vibrafono accompagnato dalle tastiere, cui poi si aggiunge un corno elettronico ad intonare la melodia; si aggiunge poi la chitarra acustica di A., accompagnata dal suono dei tamburi e da alcune chitarre elettriche sintetizzate in sottofondo. Infine la melodia si apre completamente, con la chitarra elettrica in primo piano, e il ritorno finale al tema iniziale... Molto ben orchestrato.

"Under the canopy" è più ritmata e accompagnata sempre dalle percussioni, dalle tastiere, che giocano a farsi continuamente richiami e rimandi musicali. E' un brano di attesa e transizione, di "passaggio" definirei quasi: il pezzo si conclude con alcuni suoni di foresta pluviale che accompagnano la melodia finale.

"Voices of the night" si apre con ampie tastiere spaziali cui si aggiunge di nuovo il canto di A: infatti musicalmente è molto simile alla seconda traccia "Far far away" senza aggiungere niente di nuovo, particolarmente: presenta un buon cantato, accompagnato dal violino, ed è molto piacevole da ascoltare.

La title track "Another star in the sky" si apre con un pianoforte molto melodico all'inizio, cui si aggiunge la solita tastiera, in forma di corno, ad intonare la melodia... Il pezzo poi aumenta di velocità, si aggiunge un flauto ed entra una batteria ad accompagnare il tutto.La tastiera poi si diverte a variare le due tre note del tema della canzone, e il pezzo continua tra stacchi di batteria veloci e riprese del tema melodico in tempi più lenti.

"Taken by the wind" è un pezzo quasi classico, con strofa-ritornello, quasi pop: presenta voci femminili all'inizio, accompagnate da un'orchestrazione sintetizzata, entra poi ancora il canto di A. che questa volta ha qualcosa di pinkfloydiano e progressive e il pezzo poi si "apre" con un ritornello vero e proprio, che strizza quasi l'occhio alla disco, salvo poi ritornare in tempi più lenti nella strofa: Poi di nuovo, ritornello e tempi veloci...Il pezzo "funziona", è molto orecchiabile ed è intermezzato anche da una buona parte di chitarra classica...

"Canyon of the moon" è invece un pezzo molto lento, per tastiere, chitarra e voci di falchi in sottofondo... Si mantiene lentissimo per tutta la sua durata e presenta una chitarra elettrica molto morbida a ripetere il tema, alternata da intermezzi di violino e vibrafono che ci regalano momenti molto dolci...

"Naked in the wind" inizia con un veloce soffio di vento elettronico, seguito poi dalle onnipresenti tastiere "spaziali": anche questo pezzo si mantiene lento per tutta la sua durata, e presenta tamburi, percussioni varie, gridi di falchi, e canti di indiani d'America...

Chiudiamo con "Ride into Midnight", ideale pezzo di chiusura dell'album, che si apre con tastiere elettroniche spaziali lente che accennano un motivo elegiaco per poi aumentare forsennatamente di ritmo, intonare una melodia quasi di "battaglia" e trasformarsi rapidamente in una grande cavalcata musicale che ci trascina attraverso epiche battaglie intergalattiche (o storiche, lascio a voi la libera interpretazione della melodia) dandoci finalmente una sensazione di riscatto morale e spirituale sulle torture della vita "immanente": un breve intermezzo riflessivo, la cavalcata riprende ancora, questa volta per concludersi tra i nembi spaziali, tra nebulose galattiche lontane anni luce da noi...Un pezzo eccezionale.

"Another star in the sky" è un ottimo album di musica new age e space-rock, molto indicato per chi ama questo artista e questo genere: inoltre lo consiglio anche a chi volesse avvicinarsi a questo genere ed abbia la pazienza di approcciare un tipo di musica che è perfettamente opposto a quello che si ascolta di solito.

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