Ma tu guarda come vanno le cose!!! Fai un dischetto che non si caga nessuno e dopo quarant'anni te lo ritrovi a cifre folli su eBay.
Non solo, sei pure continuamente assediato da un codazzo di individui stranissimi, gente che ciancia di oscura bellezza, di sostrato pagano, di evocativo abbraccio di arcaico e moderno.
Nerd fatti e finiti dalle antenne sovrasensibili adatte all'acchiappo di mille possibili madeleines una delle quali ovviamente sei tu.
Brava gente per carità, magari solo un tantino troppo intrippata coi fantasmi. Comunque tutta questa attenzione in fondo non ti dispiace, anche se poi da buon inglese mantieni un certo understatement.
Ci dica signor Cain come le è venuta tutta questa dark beuty? Beh, mi è venuta e basta. E quella faccenda del paganesimo? Che vuoi che ti dica, era pieno di pagani all'epoca, avresti dovuto vedere con che cappotti andavamo in giro.
All'epoca lavoravi alla BBC, soundtracks e rumoristica per radiodrammi, ed era il periodo dei “Drama workshops”, una serie di trasmissioni per le scuole.
Lo scopo? Stimolare nei ragazzini “la danza drammatica, il movimento, la mimica, la parola, l'improvvisazione di carattere e di situazione”.
“Ci sarebbe da musicare un po' di poesie di sto tizio, tema le stagioni”, queste le parole del tuo irascibile capo. Insomma un lavoro come un altro.
La trasmissione radio va in onda e dopo un po' esce il disco. Essendo materiale didattico l'unica cosa che succede è che un po' di copie finiscono nelle scuole che ne fanno richiesta.
Così, in qualche refettorio di qualche scuola inglese, ecco i fanciulli in pantaloncini che, tra pesanti effluvi di cucina, improvvisano danze su una musica quantomeno bizzarra...
Che poi fosse solo la musica!!!
Che dire di quella voce che, paternalistica e stranamente neutra, declama cose un filino fuori di testa?
“Come mani mozzate, le foglie bagnate giacciono piatte sul viale deserto. Case come teschi guardano attraverso finestre non curate. Una donna vestita come un ombrello accartocciato, la bocca che si apre e chiude con una cerniera, esce dal numero 53 per inviare una lettera. La sua mano guantata esita, quindi sapendo che non ci sarà risposta, la strappa e la getta nella grondaia. E l'autunno con la sua coda di fagiani la consola con i crisantemi.”
Beh, non so voi, ma a me questi ragazzini danzanti poesia su un tappeto dark beauty fanno venire in mente Wes Anderson e quella sua grammatica buffa e sospesa dove il bizzarro sostituisce con naturalezza il consueto.
Il progetto ““Drama workshop” prevedeva anche attività post ascolto: musica, pittura, elaborati scritti...E io giuro pagherei dei soldi per poter vedere quel materiale...
Ma il disco com'è? “Terroso”, come chiede al nostro David uno di quei nerd fatti e finiti? Cavolo, mi sa che “terroso” è il termine giusto. David perde il suo understament e quasi si entusiasma:“Si si, le stagioni sono la terra!!! Quindi ho cercato di creare un ambiente musicale che evocasse questo concetto”
Però insomma, tanto per darvi un'idea, immaginate qualcosa molto weird folk, cadenze popolari sottilmente misteriose, marcette di altre epoche restituite da una specie di elettronica naif...
Sigle televisive per bambini fantasiosi servite su un milione di piccole stranezze...
E comunque caro David tutta quella gente che cianciava di oscura bellezza, di sostrato pagano, di evocativo abbraccio di arcaico e moderno, non aveva tutti i torti.
Trallallà...
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