Non amo i doppioni, non amo arrivare seconda, non amo vedere criticata a priori un'opera talora non vista.

Posso essere di parte, ma non fino al punto di non riconoscere un buon lavoro: ho scritto un buon lavoro, non un capolavoro.

Fincher ha firmato non solo "The social network", ma grandi noir come "Seven" e "Zodiac": perché non avrebbe dovuto o potuto girare un remake, a rischio linciaggio perché troppo recente, di una serie così straconosciuta e stravenduta a livello mondiale?

Ebbene per me è l'uomo giusto al momento giusto! E' riuscito a dare ad una storia, forse scontata (ricchi depravati, maschi violenti e femmine in ruoli decisamente più maschili che femminili), una dimensione di cupa patologia , ammetto la non comune vicinanza dei due termini, immergendoci in storie di delitti e di turpi segretti, con un ritmo serrato e allo stesso tempo semplificando alcuni passaggi del libro forse un po' oscuri.

E' il Fincher che ha la capacità di intravedere il lato oscuro delle persone e delle cose, che ti informa, ma senza annoiarti...

Pregevole la qualità delle immagini; ottima l'interprete femminile Rooney Mara, che non oscura Noomi Rapace, ma da un tocco molto personale all'hacker Lisbeth. Daniel Craig è finalmente un giornalista d'assalto come ti aspetti dalla lettura.

Non voglio convincervi della bontà del film, ma meritava almeno un'inquadratura alternativa.

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