"Tenere Cugine" è un film di David Hamilton del 1981. Il regista, prima di essere tale, si è sempre dato alla fotografia, ed in effetti fin dalla prima immagine si percepisce una sorta di effetto ovattato, pannoso e piumato che ricorda gli indegni e superati effetti fotografici da matrimonio patinato.

La vicenda è ambientata in una campagna inglese nella prima metà del secolo scorso e vede una ricca famiglia trascorrere una tranquilla estate nella propria magione.

Il tutto è però incentrato sulle vicende di un giovincello, quindici anni circa, per il quale sbavano cuginetta ed un paio domestiche. Lui però è interessato alla cuginetta più grande che si fa spupazzare da un promesso sposo di una della parenti.

In questa sorta di intrecci sentimentali il giovincello viene introdotto man mano alle prime esperienze sessuali, in particolare dalle domestiche, ed infine soddisferà la sua passione, una volta maturato, con la bramata cugina.

Il punto di osservazione del giovane, tra le altre cose voce narrante del film, fa passare il tutto con candore ed ingenua tenerezza. I corpi delle giovani donne che si divertiranno a spassarsela con lui sono esili e candidi, morbidi e sinuosi, quasi ad esaltare il concetto di acerbo, di scoperta pura che solo un fresco adolescente può percepire (un pretesto?). Nel protagonista non è possibile percepire morbosità, nelle scene non si sconfina mai nel volgare, e qui il regista non è stato malvagio.

Se però si prova ad analizzare un po' più a fondo il lavoro di Hamilton, il tutto può apparire morbosetto, perverso, ma in modo tanto sottile ed abile che il primo giudizio non pregiudiziale dello spettatore può essere legato semmai all'esercizio di stile sull'estetica ed sulla fotografia.

I ritmi sono blandi, accompagnati da una musichetta, leitmotiv di tutta la pellicola, che denota la leggerezza della commediola, il cui fine dovrebbe essere quello di raccontare i turbamenti (lievi) amorosi di un adolescente. Quello che rimane, alla fine, sono solo i giovani corpi esposti quasi a stacchi temporali programmati (probabilmente per ridestare l'interesse dello spettatore annoiato) messi in mostra con "spudorata eleganza", in una vicenda poco coinvolgente, un esercizio di stile direi, che Hamilton ha creato per soddisfare, probabilmente, alcune sue piccole "perversioni" inappagate.

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