Ovvio che l'effetto sorpresa del primo film è scomparso, non ha nemmeno senso discutere di questo. Ha senso invece fare un confronto accurato, con gli aspetti che rendevano grande il primo capitolo e con gli alti cinecomic in generale, che ormai rappresentano una vasta popolazione di film.

La saga di Deadpool si conferma come una delle più fresche e irriverenti, questo è sicuro. Un profluvio di battutacce, volgarità, insulti ad altri film e squarci metacinematografici che non possono non allettare il pubblico. Anzi, a volte il flusso di invenzioni è quasi troppo denso e il rischio è quello di non riuscire ad apprezzare tutto al meglio.

Sta volta si punta forte sugli sfottò rivolti a film concorrenti come Infinity War e Batman vs Superman, che è protagonista di una battuta tra le migliori. Si ride anche per le tante volgarità, che a volte però risultano eccessive e non commisurate alle situazioni. E si ride anche per il trash, per episodi che volendo si possono definire stupidi, ma sono inserite ad arte nello scorrere dell'azione e funzionano proprio per questo. È l'alternanza tra azione, violenza, dramma da una parte e spirito dissacrante dall'altra a far funzionare la formula, non basta uno dei due elementi. I principali rischi sono quindi due. Quello di eccedere con i momenti demenziali e quello di rendere troppo drammatici i momenti seriosi. Entrambi vengono lambiti alcune volte, togliendo qualche punticino a un film tutto sommato ben fatto. Ma è chiaro che la formula va ancora limata e perfezionata.

Anche perché un cinema che nasce come parodia rischia di vivere e morire in simbiosi con il suo gemello apollineo. Senza luce, non c'è ombra, non può esserci il dionisiaco. Nell'era dominata dalla Marvel, un film del genere appare freschissimo e anche migliore dei più canonici Iron Man eccetera, ma forse soprattutto per un gioco di contrapposizione aprioristica. Una parodia non fa altro che sanzionare la fama e il successo del suo obiettivo polemico.

Un anti-eroe in fin dei conti è un po' anche eroe. Così Deadpool è un po' anche cinecomic, oltre che sua deformazione caustica. E in questi panni funziona discretamente, con amici e alleati che si confondono, con azione brutale e sanguinolenta, con protagonisti caratterizzati bene pur nella loro essenziale assurdità. C'è un bel lavoro di pesi e contrappesi di sceneggiatura che tengono celato il senso complessivo della vicenda fin oltre la metà del film, se non di più.

L'azione è affidata alle mani sapienti del regista di John Wick e Atomica Bionda. E se i rallenty possono sembrare troppi, sappiate che non mancherà una battuta del protagonista su questo. Come non mancano le punzecchiature rivolte al film stesso, quando alcuni passaggi un po' poco fluidi vengono commentati con l'esclamazione “sceneggiatura deboluccia!” da parte dell'eroe in maschera. Ma sarebbe facile e ingenuo fare un film davvero deboluccio e pensare di riscattarlo con battute “meta” rivolte a se stesso. No, Deadpool 2 è molto più solido di tanti altri film di supereroi, anche negli aspetti canonici, ma con il bonus non da poco di poter sfruttare - a dovere - tutto l'armamentario dissacrante che appartiene a questa saga.

Forse la meno riuscita e nitida è anche la provocazione più importante, quella sul difficile distinguo tra uccisioni a fin di bene e non. Che è poi un assurdo logico.

6.5/10

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