David Sylvian, appare e scompare senza fare tanto rumore, ma lasciando concretezza in opere uniche. Cresciuto con i Japan e maturato da single, dire quale sia l’ Album più bello, è difficile, ma “ Dead Bees on a Cake” riesce a travolgere per la sua stupefacente e indescrivibile “ I Surrender” , 10 minuti di ripetuta poesia. . Sylvian molto riservato e molto apprezzato da chi ha un buon palato musicale, non ama le interviste e i continui concerti, ma riesce lo stesso a tenere il tempo stabile negli anni. Sylvian dolce e semplice narratore di favole incantate dal profumo orientale amalgamato con l’occidente, i suoi Album sono strepitosi, diventati introvabili, e riportati in commercio grazie alle richiestissime ristampe, e le collaborazioni sono sempre da urlo, come il suo braccio destro Ryuichi Sakamoto, e poi Brian Eno, Robert Fripp, Bill Nelson… .

In questo Album troviamo raffinatezza e brillantezza nel suono, i testi accarezzano il tema della religione e del calore familiare. E’ un sogno che riesce ad isolarti dalla realtà e a portarti in una dimensione stratosferica al di fuori d’ ogni giorno. E’ un viaggio interminabilmente interno, reale e immaginario, da scoprire ed assaporare, da attraversare e da ricordare piacevolmente negli anni. Bisogna mettersi comodi e lasciarsi andare, come il trasporto di un’onda di un fiume in piena dove l’ atmosfera sfocerà in un immenso lago calmo. “Surrender” come ho detto prima, è un’unica calda delicatezza che non deve mai finire. I brani spaziano dalla new wave a jazz a musica etnica a blues e new age, l’ uso dei strumenti acustici ed elettronici amalgamati creano l’ ambiente giusto per questo meraviglioso viaggio di piacere.

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