Come ogni artista che si rispetti, anche Davide Bernascoci, alias Van De Sfroos, pubblica il suo bel live, anzi "Laiv". Registrato in un concerto a Menaggio (Como) nel 2002, lo si può quasi considerare un "Best Of" dato che son presenti le 24 canzoni (4 inedite) che hanno fatto la fortuna del buon Davide.
La prima parte del concerto si apre con "La Balera", lunga sette minuti e tutta in dialetto insubrico coronata da un assolo di violino nel finale. Si prosegue con un altro brano da Breva e Tivan, "Cau Boi", canzone ironica e divertente, per poi passare a "Sügamare", una delle migliori realizzazioni di DVDS. Il disco continua ad alti livelli con la strana "Kapitan Kurlash", quindi "S. Macau e S. Nissoen", per tornare a Breva con "La Balada del Genesio" e "Il Duello", anche questa differente dall'originale con un finale coronato da assoli di violino e molto folcheggiante che rapisce i fan. La seguente song è "Hoka Hey", splendida versione che vede la partecipazione di musicisti indiani, ed è pure questa diversa dall'originale per via della partecipazioni di quest'ultimi.
Una fase di transito con "Me Canzun D'Amuur en scrivi Mai" e si finisce in bellezza la prima parte con "Sciuur Capitan" (Signor capitano), prima canzone inedita del Laiv. È una ballata acustica che ci propone il Davide più pacifista, che accusa le violenze e i mali della guerra ("Sciur Capitan, varda te che irunia, la giacheta insanguinata podeva vess la mia. Bastava che incuntravi un bastardo cume mee, invece che ncuntraa chel poor ciful lalalè", Signor capitano, guarda che ironia, la giacchetta insanguinata poteva essere la mia. Bastava che incontravo un bastardo come me, e invece ho incontrato quel povero pirla là in fondo).
La seconda parte di "Laiv" inizia con i lavori di "Manicomi", primo lavoro in cui la band si chiamava semplicemente De Sfroos. Il primo titolo è "El Diavul", paragone scherzoso tra il diavolo e la donna, quindi "Television", "Poor Italia" (ballata acustica, diversa da quella in studio, ma più bella) e quindi il capolavoro "La curriera" e "De Sfroos", tutte canzoni molto simili alle versioni in studio ma più mature e quindi più convincenti.
Si va quindi verso il finale del Cd passando da "Ventanas", "E Semm Partii", "Cyberfolk" (versione migliore di quella in studio, più allungata) e "Ninnananna del Contrabandiere", in cui le 'balentes' cantano un brano della tradizione sarda che va ad intrecciarsi alla parte cantata da Davide. Il finale è tutto inedito: "L'esercito delle dodici sedie", una riflessione sulla tipica vita di paese condita dalla solita ironia del cantautore (Quand che verdum la Gazzèta, se tàca a bestemà e ghe spiègum al Trapattoni cume lè che g'ha de fà, Quando apriamo la Gazzetta si inizia a bestemmiare e spieghiamo a Trapattoni com'è che deve fare).
Le due ultime canzoni sono anche inedite, ma registrate in studio. "Sguarauunda" inizia con un riff di trombe in stile ska, allegra e veloce, molto gradevole ma che sa di vecchio. "I ann Selvadegh del Francu" è invece una riedizione di "Frank's Wild Years" di Tom Waits adattata all'ambiente insubrico. In conclusione, "Laiv" è un disco molto piacevole da ascoltare ed è il disco ideale per iniziare a scoprire il De Sfroos, il Bruce Springstin o il Bob Dylan della regione dei Laghi.
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