I De De Lind erano un quintetto italiano nato nel 1969, composto da Vito Paradiso (voce, chitarra acustica), Gilberto Trama (flauto, sax, tastiere), Matteo Vitolli (chitarra, piano, flauto), Eddy Lorigiola (basso), Ricky Rebajoli (batteria). Il nome della band era ispirato a quello di una modella di Playboy di fine anni '60, Diane Lind. Con questa formazione nel 1973 diedero alla luce una delle opere più sottovalutate del progressive nostrano: Io Non So Da Dove Vengo E Non So Dove Mai Andrò, Uomo è Il Nome Che Mi Han Dato. L' album, oltre ad avere un titolo lunghissimo, è molto ben registrato e curato, ricco di momenti acustici alternati a esplosioni di chitarra elettrica e batteria. Ottimo anche il cantato, che si mescola a quelle che sono le atmosfere delle musiche, spesso accompagnate da fraseggi di flauto. Il disco è da considerare un concept album, con i testi e le musiche che toccano temi come la guerra, la morte e la memoria. Da notare come le otto tracce si uniscano a formare due suite, la prima composta dalle tre canzoni che aprono l' opera, mentre l' altra dalle restanti cinque, così come si presentava alle orecchie su LP.

Si comincia con "Fuga e Morte", pezzo ricco di cambi di tempo e di pause, con chitarra elettrica e flauto in evidenza. Ottimo anche il lavoro del batterista e della voce, che si uniscono in quella che può essere considerata una delle canzoni migliori del disco. Nel finale una parte più delicata con organo ci porta alla seconda traccia, "Indietro Nel Tempo", che si apre con un crescendo di potenti accordi elettrici su cui si sostituisce un assolo di chitarra, che segna la canzone per gran parte della sua durata, fino alla ripresa del cantato e ad un ritorno alla calma che sancisce l' inizio della terza canzone, che chiude la prima suite o facciata: "Paura Del Niente". Questa volta le atmosfere sono più rilassate e il cantato racconta una piacevole scenetta quasi carnevalesca. Nel suo sviluppo possiamo trovare assoli psichedelici e rullate di batteria, come sempre alternate a momenti in cui la canzone riposa.

Comincia quindi la seconda suite, con un assolo in crescendo di flauto che apre "Smarrimento", pezzo che racconta della visione di Don Angelo, sempre seguendo le caratteristiche esplicitate fin' ora, cioè l' alternanza tra i momenti calmi e quelli più hard. "Cimitero Di Guerra" è invece segnata da atmosfere più cupe, con evidente richiamo al titolo. Si può sentire come il flauto ripercorra temi già affrontati, tesi che conferma il fatto che siamo di fronte ad un concept album. "Voglia Di Rivivere" è un' altra traccia pensierosa e trasognata. In evidenza la sezione ritmica nel finale che ci porta alla chiusura della seconda facciata e dell' album, con "E Poi", il cui cantato si limita a ricordarci quale sia il titolo dell' opera.

Opera che riassume i canoni del progressive italiano, che merita di far parte della collezione di qualsiasi amante del genere, che per certi versi può ricordare gruppi più conosciuti come Biglietto per l' Inferno o Museo Rosenbach.

Elenco tracce e video

01   Fuga E Morte (00:00)

02   Indietro Nel Tempo (00:00)

03   Paura Del Niente (00:00)

04   Smarrimento (00:00)

05   Cimitero Di Guerra (00:00)

06   Voglia Di Rivivere (00:00)

07   E Poi (00:00)

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