Ok, il nome non è propriamente originale (credo ci siano più o meno altri 5 gruppi con lo stesso); ok, il titolo è originale (per lo meno "rex noctis"..ma vabbè); e vi concedo anche la copertina, decisamente sui canoni del genere: forestona nordica in bianco e nero, logo incapibile e, in basso, il nome dell'album, anch'esso illeggibile.
Però a dire il vero una cosa originale l'hanno fatta, ed è molto piacevole, le scritte sembrano cromate! Passo ore e ore a guardare i riflessi..
Comunque sia, questo secondo parto della band ucraina è composto da due lavori: "Ceremoniya Vremen" dalla 1 alla 6; "Rex Noctis" dalla 7 alla 10, e invero qualche differenza si sente. Il primo ha suoni più grezzi e freddi, mentre a quanto pare nel secondo hanno scoperto i otenziometri dei bassi sul mixer e il tutto si assesta su tempi più lenti (che comunque non sono assenti neanche nella prima parte del cd) e canzoni che non scendono sotto i 7 minuti (e vabbè, "Rex Noctis" è composto da due canzoni, intro e outro).
Si parte con tuoni e fulmini rinchiusi dentro una scatoletta di tonno, ma dopo pochi secondi attacca il devasto nero: Yrt Glormkhaoth (giuro ceh si chiama così, e nel gruppo fa tutto meno che cantare) ci spara addosso quintali di grezzume, con qualche nota di tastiera che comunque non fa perdere aggressività al disco. Anche perchè c'è da dire che la voce di Xul è paragonabile all'acido solforico, o a un calcio nei maroni, fate voi: fa male, e tanto. Certo, i riff sono un tantino ripetitivi, ma gli amanti del genere non rimarranno delusi. Tutto sommato, non c'è molto altro da dire, il disco continua su questa linea tra sfuriate letali e rallentamenti altrettanto letali.
Ebbene, con sudore (e tanto, visto che ci sono 30 gradi in casa) arrivo all'inizio del secondo lavoro, introdotto da un minuto e mezzo di organo e cori a là Goblin ultra-semplificati. Dopo quest'inutile intro, parte "Rex Noctis...Ego Sum Tenebris": il già accennato cambiamento nei suoni si ripercuote anche sulla voce, che diventa più profonda e meno "scartavetrosa", ma che si adatta benissimo ai pezzi più lenti. "Bog Nizverzhen!", la nona traccia, sembra un tributo al burzum di "Filosofem". Ossessiva, lenta, lunga infinita, fredda, cattiva e rabbiosa come solo il cane di mia zia può esserlo (e fidatevi che lo è.. fottuto yorkshire) credo che potrebbe rovinare più di qualche vita. L'ultimo minuto di registrazione credo che sia il rumore delle tubature delal doccia del cantante, ma non ne sono sicuro..
In definitiva, la "More Hate Prod." ci ha regalato un disco black metal in ultima analisi ben fatto e vario, suonato bene e con sentimento, e credo che potrà piacere a molti (ovviamente, si parla di un prodotto destinato agli amanti del genere..).
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