Cerimoniale solenne e mistico, "Spleen and Ideal" si propone come ideale confine fra musica popolare e canto religioso medievale. Il duo anglo-australe composto da Brendan Perry e dalla soave Lisa Gerrard si fregia stavolta di strumenti classici fra percussioni, fiati ed archi; ciò sarà fondamentale nel timbro del disco, che, molto simile a una cupa messa, sprofonda l'ascoltatore in baratri emotivi e crisi di fede. I rintocchi inesorabili di timpano in "De Profundis" accompagnati da un liturgico organo, sollevano il canto qui esotico della Gerrard coadiuvato dai cori disperati nel sottofondo. L'aura sacrale non abbandonerà mai questo lavoro, che evoca odori di incenso, e la cui unica lucentezza è l'umile cero che fiammeggia in una tetra cattedrale. "Ascension" rappresenta un bagno di umiltà, dove solo alcuni cori sposati con l'organo rappresentano un contatto con la realtà dalla preghiera. L'attacco malvagio di "Circumradiant Dawn" insinua il maligno nell'opera, e il canto di Lisa Gerrard qua è straordinariamente sia redentore che tentatore nelle sue emanazioni. Gli arrangiamenti sono sublimi, nel genere il picco inarrivabile (gli stessi Cocteau Twins con il capolavoro "Head Over Heels" non raggiungeranno tali abissi). Brendan Perry, finora più in ombra, pennella una cadenzata e fatalista "Cardinal Sin", brano forse più terreno dell'intero lotto, ma fantasticamente toccante con trombe e basso in primo piano, e titolare di uno straordinario verso:

"Fools are often loathe to testify
It's an illusion of life
The whole cause of our demise
It's an illusion of life"

Inizia qui la parte più incredibile del lavoro; innanzi a tutto il capolavoro assoluto "Mesmerism". La Gerrard intona una delle arie più intense della sua carriera, una malia stregonesca, ipnotica, sovrannaturale, sopra uno sfondo di percussioni tribali e gli archi a costruire una tensione emotiva insopportabile e meravigliosa. Immaginario arabico e magia nera si fondono in un onice di splendente tenebra. E dopo il peccato la redenzione, il celeste, l'etereo: "Enigma of the Absolute" vede nuovamente Perry nei panni di salvatore, di colui che apre uno squarcio nel nero. La sua apertura vocale, potente e divineggiante, intesse un coro per angeli con violoncello che si apre con un arpeggio di chitarra e culmina nelle parole in odore biblico di

"Across the sea lies the fountain of renewal
Where you will see the whole cause of your lonliness
Can be measured in dreams that transcend all these lies
And I wish and I pray that there may come a day
For a saviour's arms?"

Con "Advent" tuttavia si ripiomba in incubo claustrofobico di battiti serrati e lugubri frasi d'organo. E' proprio Brendan Perry a tradire l'ascoltatore con un'intonazione si aperta, ma terribilmente rassegnata ("In the hour of darkness, Our worlds collide, Assailed by madness, That has plagued our lives"), e raggiunta presto dai cori da oltretomba di Lisa Gerrard. E' il preludio per la senza speranza "Avatar" che vede nuovamente padrona Lisa nell'aria più toccante del disco, con un piglio quanto mai disperato. I lamenti cercano di non sprofondare in un mare di riverberi, la voce trema di dolore e allucinazione mistica in un crescendo che inesorabilmente si spegne lasciando l'ascoltatore in un lago di lacrime morte nella gola. L'epitaffio triste di "Indoctrination" vive oramai di rimpianto e annovera la lirica più significativa dell'opera, che chiude in una sorta di sermone questo viaggio nei meandri più oscuri della fede:

"How can you be satisfied with things the way they are
When all that surrounds us now and so much more
Remains inside the keeper's dark embrace?
The insatiable thirst for power has made
Idols out of mortals, gods into clay
Soldiers into heros, children into slaves
All damned
Desires
Their hopes betrayed?"

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