1987. Hardcore americano morto (ma è proprio vero?), Dead Kennedys sciolti come neve al sole un anno prima (sigh!!!).... Cosa fare???? Nel dubbio amletico buttar lì questo "Give me convenience Or give me death", così, tanto per fare...
E si fece mooolto bene, da parte della solita biafriana Alternative Tentacles, a pubblicare questo piccolo grande classico che raccoglie 17 schegge di schizofrenia kennedyana, tracce prese da vari singoli della band, compilation e rarità.  E qui come altrove le nostre Salme Presidenziali preferite ci rammentano ancora, con sottile e tremenda ironia, come il sacrosanto sogno americano stia annegando in una atroce melma nazionalistica, oscurantista, imperialista, che sorride e ridacchia e mastica tabacco e sputa e guarda la tv tutta la notte serrata in stanze buie con la pistola in grembo, la bottiglia di whiskey sulla poltrona e i barbiturici per dormire sul comodino. 
Mentre smaglianti presentatori confezionano ad arte i migliori incubi dentro alla scatola magica, il fruitore medio del sogno americano se ne sprofonda lento con tutto il suo orgoglio, la sua fierezza, il suo sorriso, il suo alcoolismo e l'ottusità nel pantano mefitico della reaganomics, con grande scroscio d'applausi da parte del pubblico, anch'esso in attesa di sguazzare mesto fra le ridenti paludi salmastre degli Usa anni 80.

Ormai questo cd è un classico della discografia della band e contiene pezzi celeberrimi come "Police truck", "Too drunk to fuck", l'inno generazionale dei punks californiani "California uber alles" e una stupenda versione di "Holiday in Cambodia", ma le vere sorprese sono "I fought the law", bellissima canzone dei Crickets già coverizzata ottimamente dai Clash e riproposta dai Kennedys tagliente e anfetaminica e con la solita voce invasata di Jello che te la fa cantare a squarciagola.
"Kinky sex makes the world go 'round" è l'angoscia di chi subisce le angherie del potere anche mentre dorme e viene svegliato dal telefono per essere freddamente informato dal suo superiore al Dipartimento della Difesa sulla necessità economica impellente di innescare una nuova guerra; "The prey" viscida e beffarda come il laido personaggio che descrive. L'inconfondibile marchio grafico di Winston Smith suggella anche questo capitolo della famiglia Kennedy con un artwork (anche se il booklet interno è opera di Jello Biafra e John Yates) che è un'opera d'arte da ammirare nei particolari e che da sempre contribuisce a rendere unica la band di San Francisco.

Basta, non sò che altro dire, poi ci sono state le controversie legali, di sopra, di sotto, royaltyes non pagate, cornuti e mazziati, riformati col cantante dei Dr. Know etc etc...  ...etc...etc...

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