"Tu mi fai girar, tu mi fai girar, come fossi una... bombola". Ebbè si, Sir Pete "Ustioni" (Burns appunto), insieme ai suoi compagni di merenda del gruppo, nel 1985 fa scoppiare apposta la bombola a gas della cucina synth-dance, provocando bruciature di ennesimo grado a lui, a noi e al futuro "Freak Unique" di lui, dove il collagene sarà onnipresente.
La chirurgia estetica sta proprio in quel "or" tra la Alive e la Dead, il passaggio che ci interessa per fare sì che si quagli l'estraniamento provocato dal movimento di quel dito che bacchetta la sifilitica borghesia che teniamo sottopelle, dove il sussurro esistenziale si ferma in che tipo di "giocattolo" vorremmo essere.
E ordunque giriamo come dervisci "like a record", cogliendo il momento mistico dance esagitato, sventolando sul ponte bandiere bianche e corsare black flag, contemporaneamente: alieni occidentali verso l'Oriente alieno, baby...
Che dire del resto del disco... buono, molto buono ma inevitabilmente subordinato al tarantolato androgino dello sciancamento psycho del pezzo trottola dell'ellepì. E bravo geisha Pete e Mike, Steve &Tim coi loro cangianti kimono, che ci fanno incassare la taglia sulla testa (di chi?).
E poi è estate e il solleone tira fuori da noi, oltre a quintalate di "illuminazioni" sui nostri luoghi oscuri con scatenate crisi, isterie, depressioni, ictus, raptus di sorta, ecco dicevo, tira fuori da noi alcuni sprazzi di ricordi lucidi del passato, sorridenti, positivi.
E dunque negli anni '90 avevamo il gruppo di amici, nato da una costola di pallavolisti, alchè c'era Bruno "il lungo" 2 metri, Paolone 1,96 martello da cento chili, altri pennelloni sparsi, le ragazze, diverse sopra l'1,80, stanghe inverosimili, poi un po' alla volta si aggregarono altri che siamo arrivati a 50 anime, compresi diversi vigili (e vigilesse) urbani di Roma nord, pizzardoni insomma.
E ci vedavamo fuori per birrerie, ma tante volte a casa di Bruno (quello luuungo) dove fiorivano degli happening gastro danzerecci dove l'inno del gruppo era proprio "You spin me around" versione mix, quella da 7 minuti. E meno male che quell'appartamento stava al pianterreno (con giardinetto) viste le telluriche saltarellate di tutti quei cristoni.
E ci fu il Fish Party un giorno in mezzo alla settimana dove vennero praticamente tutti, e di quei tutti nessuno se ne volle andare prima delle tre di notte dove ad un certo punto partirono quei "sette minuti che contano" di ballo e tutti provammo, in quel mentre di quel sabba celeste, una felicità impersonale incalcolabile e irripetibile dove un'essenza prese posto dei corpi sudati e tutti si compenetrarono "assenti", senza considerazione, ora e lì.
E dopo la botta dell'immediato tutto non fu più come prima, sapevamo di aver toccato il culmine, e al culmine non si arriva quasi mai. Eravamo "felici", Vivi e Morti, felici...
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