Per quanto si possa essere dotati di un'inventiva sonora fervida e per quanto si sia disposti a rischiare, però mi pare evidente che nel momento in cui ci si mette a manipolare materiale di derivazione thrash/death melodica (possibilmente proveniente dalle lande scandinave) e ci si colloca all'interno del metal-core o comunque in quel calderone denominato New Wave Of American Heavy Metal (anche se poi si è di origine europea, tedesca per la precisione), si debba essere consapevoli dei rischi che si corrono.

I Deadlock, che con "Wolves" giungono al traguardo del secondo album, dopo l'esordio "Earth. Revolt" del 2005, lo sanno bene e tentano la carta della sorpresa (parziale). Un po' come accadde al black quando era inflazionato, anche loro, in tale contesto, addizionano elementi gotici ed elettronici/decadenti al fine di differenziarsi. Non che l'innovazione risulti radicale e i brani mettano in essere un procedimento creativo particolarmente stimolante, però le undici canzoni sviluppano un buon impatto, sono orecchiabili senza risultare troppo banali (pur se le parti più melodiche delle chitarre peccano di parecchie ingenuità) e sfruttano bene le doti vocali di Sabine Weniger, a tal punto che consiglierei loro di eliminare le vocals brutali maschili per dare spazio completo a quelle femminili.

Forse il rischio sarebbe quello di avvicinarsi ai primi Evanescence, però la resa complessiva ne gioverebbe.

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