I Death Breath nascono nel 2005 per mano del poco noto Robert Pehrsson (ex Runemagik e Deathwitch fra gli altri, attualmente nei Thunder Express) e del molto più famoso Nicke Andersson (ex Entombed e al momento militante negli Hellacopters). Citando le vive parole dei due svedesi (tratte dal loro sito web), i Respiro Della Morte si presentano cosi: "If you give a shit, Death Breath plays death metal", e di seguito aggiungono ancora: "Death Breath got together in 2005 to play death metal again. Why? Why not". Infine, dopo aver scodellato una serie fra loro numi tutelari, fra i quali Autopsy, Repulsion, Venom, Possesed, Discharge, G.B.H, concludono in questo modo: "Death Breath plays 6 string guitars, a 4 string bass and non-triggered drums. Death Breath plays death metal. If you give a shit that is".

Dichiarazioni decisamente eloquenti e per nulla ambiziose, frutto di musicisti "semplici", che fanno musica "semplice", come d'altronde è il Death Metal: loro,come molti, veracemente innamorati della onestà e modestia che (dovrebbe) contraddistinguere questo genere.

Stinking Up The Night si rivela essere niente di più che un operazione riuscitissima di "restauro moderno" dei topos del Death Metal a cavallo fra gli ottanta e i novanta, segnatamente quello più ignorante e politicamente scorretto, di retaggio smaccatamente hardcore (vedi soprattutto Autopsy, Repulsion e primi Entombed, ma anche i non citati maestri Slayer). Per "restauro moderno" si intende l'aver recuperato, i caratteri e le strutture salienti di quei "pionieri" del Death, e averle smussate e spogliate, di quelle soluzioni eccessive e grevi, che furono frutto della legittima inesperienza dei succitati "esploratori" musicali.

Dalla loro i nostri svedesi comunque non cadono nel plagio (a parte in forse in "Dragged Through The Mud" e in "Death Breath", citando in modo palese, ma valido gli Autopsy di Mental Funeral) e conferiscono compattezza ma anche discreta varietà ai brani, impreziosendo alcuni brani con "programmatiche" guest vocal  di nomi del calibro di Scott Carlson (guarda caso leader dei Repulsion), Jörgen Sandström (Entombed), e Fred Estby (ex dei leggendari Carnage e ex Dismeber)

Da menzionare alcune curiosità e soluzioni calzanti che elavano ulteriormente la qualità di un disco che altrimenti si sarebbe rivelato essere "l'ennesimo disco Death incolore"; in primo luogo la predilezione dei due chitarristi animatori del gruppo per soli e ponti modulanti di stampo Sabbatiano, veri e propi omaggi al mito Tony Iommi. Una piacevolissima soluzione, mai scontata o manierista. In secondo luogo la strumentazione rigorosamente priva di orpelli tecnologici, e soprattutto la registrazione analogica, conferiscono un fantastico mood "garage" all'album; soluzioni queste, che contribuiscono ad affinare ed esaltare la furia e cattiveria vintage del sound Death Breath.

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