Tutto, eccetto DIO, ha in sè una misura di privazione, 
perciò ogni ente può essere classificato in base al grado 
di cui è infettato con mera potenzialità

Un tappeto di batteria cadenzata e solenne, un arpeggio tondo ma affilato come un rasoio accompagna sussurri ansimanti farfugliati nel delirio. È l'inizio di un viaggio tra il divino e l'abbietto, tra il sangue e lo splendore, tra kenosis e plerosis, in un vorticoso saliscendi enantiodromico accompagnato da note distorte ma eloquenti come un monologo estatico e ferino.
Si apre il portale sul vuoto: ci accolgono un'eruzione di cori, trombe e un momento di silenzio, destinato a sfracellarsi sulle granitiche rasoiate di chitarra che irrompono furenti. Incidono, scolpiscono, lacerano, sono impazzite ed instancabili, tracciano note dissonanti e ordinatamente caotiche, scrivono parole di saggezza teantropica.

Kenosis! Teoria di grande rischio...
Con ciechi occhi sanguinolenti e con mano tremante,
un fragile essere androgino mantiene il pericoloso equilibrio dottrinale
rubato in un vestito macchiato dal sordido sangue della Flagellazione,
delle lacerazioni, delle crudeli ferite scolpite dagli attributi reali e
degli schizzi cremisi gocciolanti senza fine,
mentre viene celebrata la Messa Solenne dello Spirito Santo...

Il primo atto del devasto conclude la sua opera con la stessa fanghiglia che ci aveva accolti in questa dimensione nera come il più sotterraneo dei misteri ma illuminante come una rivelazione divina, per ricominciare con un soliloquio di chitarre e ringhi che alterna parti più contenute a sfoghi di ira, quasi a voler riflettere in un primo momento per poi attaccare sferzando menti macilente e rubando loro ogni traccia della misera dignità umana. L'aria è pregna di orrorifica contemplazione e il tanfo di una melodia appestata ammutolisce ogni pensiero, rendendolo vano e futile di fronte alla marcia sacralità kenotica.

Esplicita è la fede in un DIO che permette alle sue creature
di essere oltraggiate e disprezzate...
E questo
è il loro unico unico significato di salvezza...
L'unico significato di
SALVEZZA!

Ma questo iniquo processo non finisce con l'impotenza dell'anima, bensì con la sua totale eliminazione.
Ed è così che si conclude il terzo atto: quello della putrefazione, quello dell'oblìo e della dissoluzione nella polvere del nulla.

Nessun uomo può vedermi, e sopravvivere!

Batteria e chitarra concatenate in una frenetica danza spietata corrodono simultaneamente i rimasugli di un essere oramai ridotto a brandelli; un pianoforte demoniaco e stonato canzona la tragedia con malsani saltelli melodici; inferno e paradiso, dannazione e salvezza, sebbene agli antipodi, ora sembrano così vicini; tutto ciò ha l'aria di essere un intimo pandemonio ontologico messo in crisi da una fede vacillante e spasmodica...

La ricerca della perversione non è che una maschera
sulla ricerca del significato e della conoscenza?

Ecco che ritornano gli assalitori: riffs lenti, trascinati e coordinati, vocalizzi ribollenti ma mai troppo aggressivi, le ultime cicatrici di un calvario offrono la loro presenza in questi attimi deboli e sempre più fiochi, fino a scomparire con il dolore e l'esistenza stessa...

Processo di svuotamento ultimato.

Dimmi figlio mio, perchè le lacrime stanno solcando il tuo volto?

Elenco e tracce

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Altre recensioni

Di  Vilde K. Voland

 "Ogni brano è un continuo in fier, i riff si abbracciano l’un l’altro indistricabilmente."

 "Un acquisto obbligatorio per ogni Blackster che si rispetti."