I Decibel di Enrico Ruggeri, dopo 35 anni da "Novecento" (se vogliamo trascurare la precedente reunion nel 1998 con "Desaparecida") si riuniscono e sfornano un disco punk 2.0, per dirla con una delle espressioni più usate negli ultimi anni, godibile musicalmente e nei testi, e non eccessivamente corposo. "Noblesse Oblige" è un album leggero, che pezzo dopo pezzo ti trascina, tra atmosfere appunto punk, ma anche rock e raffinatamente pop. Tredici brani in tracklist, comprese due riprese del periodo d'oro della band, l'immancabile "Contessa" e "Vivo da re", questa ultima che chiude il disco. Enrico Ruggeri si è affidato a Silvio Capeccia e Fulvio Muzio, insieme a Mino Raboni nella più conosciuta formazione del gruppo (anche se il bassista fa un cameo pure lui insieme all'altro ex chitarrista Pino Mancini). Il disco sembra pensato come un Long Playing, cioè per facciate: il "lato a" si spara subito dei pezzi decisamente buoni e fruibili al primo impatto come "My My Generation", singolo di lancio; ma anche la title-track e la nostalgica "Gli anni del silenzio", per proseguire sentimentalmente con "L'ultima donna", sull'esistenziale con "Universi paralleli" e sul gioco con "Il Jackpot", dove Enrico Ruggeri riprende certe atmosfere dei suoi ultimi album solisti (mi viene in mente il pezzo "Tre signori"). A spezzare la carrellata di novità ci pensa "Contessa", il loro brano più famoso, reinterpretato per l'ennesima volta e con il quale il gruppo si piazzò al terzo posto al Festival di Sanremo del 1980. Il "lato b" invece va più sul sociologico con "Fashion", canzone decisamente riuscita, per proseguire con quella che secondo il sottoscritto è la migliore canzone dell'album: "Crudele poesia" è un concentrato di struggente sentimentalismo ruggeriano. Gli altri tre brani inediti appartengono a un genere più eclettico, quasi teatrale, e sono "La bella e la bestia", la breve "Triste storia di un cantante" e "Il primo livello". Anche questa "seconda facciata" si chiude con il recupero di un brano di repertorio tra i più famosi della band, ovvero "Vivo da re". "Noblesse Oblige" rappresenta l'evoluzione del gruppo che ha composto tre soli album nel periodo tra '70 e '80, ma che meritano decisamente, per novità e irriverenza musicale e scenica.

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