Mentre leggo la notizia quasi stento a crederci. Per il 30 agosto stanno organizzando un festival mica male a Rho, a 20 minuti da casa mia: una manciata di band indie per scaldare l'atmosfera, i Kooks, i Kasabian e niente popo di meno che i loro padri spirituali Oasis. Mi precipito a comprare il biglietto, cazzo, 46 euro, niente alcolici e sigarette per un paio di settimane, ma almeno ne vale la pena no? Aspetto due mesi, e quando alla vigilia del fatidico giorno attendo bello bello studio sport in mutande parte un servizio sui simpaticissimi fratelli Gallagher che si sono scazzottati di santa ragione, e chitarre rotte, e litigate faraoniche e si sono sciolti e niente concerto domani.

Il festival è stato comunque nel complesso positivo: ottimi i Kasabian, che partono con le canzoni del nuovo album (lo consiglio vivamente) e sono tra i pochi che possono parlare di fottuto rock'n roll senza doversi sciacquare la bocca dieci volte. Mi piacciono, sciorinano in poco meno di un'oretta tutto il loro repertorio recente e passato, in una esibizione senza fronzoli tutta sostanza e musica vera. Poi è la volta dei Kooks, con un Luke Pritchard in condizioni psico-fisiche evidentemente alterate. Un po ruffianetti, un po troppo pop facile e monocorde ma nell'insieme piacevoli. Possono vantare qualche buon pezzo che dal vivo rende eccome, grazie anche alla voce particolare e ad una presenza scenica discreta del cantante, che sul finale non si risparmia chitarre volanti, evoluzioni pirotecniche e un tuffetto gratuito tra la folla. Chiudono i Deep Purple, dei intoccabili del rock che nessuno se li caga ma mostrano la maestosità di tutto ciò che sono e di cui sono capaci dopo quarant'anni di musica. Non è da tutti i giorni poter vedere l'esibizione di un pezzo consistente del rock anni settanta, e a dispetto della loro non più fiorente età regalano momenti di pura arte.

Potrebbe essere un'occasione per incentivare la cultura del festival anche nel nostro paese, povero di queste iniziative: peccato che gli Oasis (che musicalmente adoro) abbiano dimostrato ancora una volta mancanza assoluta di professionalità e di rispetto per i fan, un menefreghismo senza limiti che va oltre ogni decenza (Liam dov'era? Sul lago di Como a rilassarsi povero, a Villa d'Este dove faccio il bagnino che se lo vedo affogo lui e la sua graziosa mogliettina). Rovinando irreparabilmente un evento che coinvolgeva più di 16000 persone.

Speriamo che il britpop dopo il loro scioglimento trovi degli eredi all'altezza, Una cosa è certa: i gruppi di questo I-day sono una base da cui ripartire per la musica made in UK.

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