Bootleg splendido di una delle primissime apparizioni in pubblico dei Deep Purple con Joe Satriani alla chitarra che era corso a sostituire Ritchie Blackmore che aveva deciso di abbandonare definitivamente i purple.
Il guitar hero statunitense riuscì a sostituire alla grande Ritchie (secondo il sottoscritto), anche perché non si limità a scimmiottare il Maestro ma fece salire sul palco la sua anima, interpretando in maniera personale ogni pezzo. A volte si sente che Satch è ancora alla ricerca della perfetta sintonia con il gruppo e con le canzoni scritte da Blackmore, ma proprio in questo suo percorso di ricerca dimostra di essere un gran musicista, capace anche di sbagliare senza doversi vergognare di nulla.

In quel momento poi i purple vivevano una seconda (o terza, se non addirittura quarta…) giovinezza, e tutti i bootleg del ’93 confermano uno stato di forma veramente notevole (e allora perché Ritchie se n’è andato? Ma perché lui è Ritchie Blackmore, inutile aggiungere altro).
Satriani del resto entrò subito in perfetta sintonia con tutti i membri della band, come hanno raccontato più volte Gillan e soci (resta mitica la sessione di prove per rodare i pezzi, con Gillan che dopo un paio d’ore ha mollato tutto dicendo: “Stiamo andando alla grande, inutile continuare a provare”. Satriani stesso ha detto che quello è stato uno dei momenti più belli ed intensi della sua carriera).

Il concerto inizia come una bomba, con una “Highway Star” a dir poco eccezionale (fantastico la sottile rivisitazione della parte iniziale dell’assolo da parte di Satch). La band viaggia come un treno, sparando un pezzo dietro all’altro, e anche se il pubblico giapponese all’inizio è un po’ stizzito per la mancanza di Blackmore (da quelle parti il vecchio Ritchie è oggetto di un vero e proprio culto, e i promoter locali non avevano avvisato tutti per tempo del cambio di formazione), dopo i primi pezzi la qualità della musica proposta dal gruppo è tale che la gente applaude alla grandissima!
Bellissime “Perfect Stangers”, “Pictures Of Home” e “Anyone’s Daughter”, anche se l’interpretazione molto personale di Satriani di questa piccola perla porpora non mi convince del tutto. Molto potente e coinvolgenete anche “The Battle Rages On”, mentre “When A Blind Man Cries” è altalenante, forse per colpa di Satch che non riesce a tirar fuori dalla sua chitarra le note e le sensazioni giuste.
Da “Satch Boogie” in poi non ci si ferma più, con Ian Gillan che tortura le sue corde vocali a più non posso mentre Satriani fa urlare la sua JS come un ossesso. Chiusura trionfale con “Smoke On The Water” (e con cosa se no?). Un concerto a dir poco fenomenale.

La qualità audio è buona, e anche la confezione è abbastanza curata.

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