Una band dal nome ormai molto prestigioso come può reagire a capolavori come "In Rock", "Machine Head", e "Made In Japan"? Si arriva ad un certo punto in cui l'apice è ormai stato raggiunto e si finisce per ripetersi. È il caso di Who Do We Think We Are. Pubblicato nel 1973 e registrato a Roma, il 7° album studio dei Deep Purple ha queste precise caratteristiche, buon album sicuro, ma non regge il confronto con i precedenti. Da notare anche che questo lavoro risente dei contrasti interni fra Gillan e Blackmore e al momento dell'incisione l'intenzione di Gillan (sarà poi accompagnato da Glover) di abbandonare i Purple era ormai risaputa a tutti i membri.

L'opener "Woman From Tokyo" fa ben sperare, accattivante, ritmata e caratterizzata da un intermezzo melodico stupendo. Qua la differenza la fa Lord che nella parte melodica tesse un'ottima trama e poi con il pianoforte ci delizia con un assolo indimenticabile. Si continua con "Mary Long" brano melodico riproposta recentemente in sede live, che mantiene ancora alto il livello di questo cd. La terza e la quarta traccia, "Super Trouper" e "Smooth Dancer" possiamo definirle cloni di "Blood Sucker" e "Speed King". Soprattutto "Super Trouper" è praticamente identica e lascia un attimo l'amaro in bocca per questo spudorato riciclaggio. Per fortuna, il brano successivo, "Rat Rat Blue", risulta maggiormente ispirato, è ci segnala quello che sarà il trademark predominante della futura Mk. III. Anche la successiva “Place In Line” non tradisce le aspettative nonostante si tratti di un classico blues. Da notare la voce di Gillan che è praticamente irriconoscibile nelle strofe. La chiusura del disco è affidata ad un pezzo abbastanza fuori dal comune "Our Lady", personalmente non all'altezza, risiede a metà fra il canto popolare e l'epico fortemente ispirato da Glover, ascoltare il suo "The Butterfly Ball And The Grasshopper's Feast" per credere.

Qui si conclude la prima parte della Mark II e se non fosse stato per questi ben amati soldi, non sarebbe mai esistita un seconda e terza reunion, ma d'altronde cosa ci si può fare, questo è il mercato e a molti fan, compreso il suddetto, ha fatto piacere ascoltare nuovi lavori dei Deep Purple con Gillan & Blackmore di nuovo assieme.

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