Kiss -Destroyer
I Cartoons del rock'n roll anni '70. Disco che viene subito dopo "Alive" e che probabilmente è il loro miglior "classico" tra quelli in studio. Forse è il loro migliore (non saprei dire in realtà, fino a "Love Gun" il livello è più o meno sempre lo stesso), in ogni caso come tutti i loro dischi dal '74 al '77 è divertente da ascoltare e ha qualche ottima cartuccia in fatto di rock'n roll (molto più dimenticabili nei lentoni, per quanto mi riguarda). di più
Catherine Ribeiro + 2 Bis -Catherine Ribeiro + 2 Bis
Disco d'esordio di questa straordinaria band francese (qui ancora 2Bis e non Alpes), governata saldamente dal duo di cervelli Catherine Ribeiro (voce e autrice di tutti i testi) e Patrice Moullet (chitarrista, polistrumentista, inventore di strumenti come il Cosmophone, mezzo chitarra e mezzo lira e compositore di tutte le musiche). Qui Ribeiro e Moullet sono ancora su coordinate più cantautoriali/folk rispetto alle dilatazioni più sperimentali/prog/spacepsych degli anni '70, gli arrangiamenti sono abbastanza scarni e minimali, puro accompagnamento alla performance vocale di Ribeiro, forte, magnetica e carismatica. I testi di Ribeiro, be, non serve essere esperti di francese per capire che l'aria che tira è bella incazzata, bella polemica e lo stile è quello di un cantautorato francese folk elettro-acustico moderno e di protesta, la Ribeiro scrive e canta (tanto, c'è un poco di verbosità) come nei migliori flussi di coscienza cantautorali, con in più il virtuosismo della sua eccezionale voce, che è dolcezza e rabbia, bel canto e urla sguaiate, teatralità, fischi da cartoon e sciamaniche declamazioni allucinate, anatema e risate (non certo di gioia, ma di sberleffo e di beffa, o di rabbia anch' esse). L' unico brano dove il palcoscenico è lasciato a Moullet e gli altri musicisti è "Voyage 1" che invece intraprende direttamente la strada dell'ipnotismo psichedelico anni '60 al 100% e lo fa anche piuttosto bene. Molto bello, ma il meglio arriverà dopo. di più
Tal Wilkenfeld -Love Remains
Tal Wilkenfeld si rivela cantante e band leader oltre che bassista talentuosa. di più
Cream -Wheels Of Fire
Due dischi: quello in studio, anche se di altissimo livello, segue un po' la moda psichedelica del momento, quello dal vivo è puro "Hard Rock". I tre musicisti suonano ognuno per conto suo, ma il risultato d' insieme è incredibile. di più
Chiara Civello
Una bellissima voce di velluto e dischi generalmente più che gradevoli. di più
David Lipsky
Scrittore & Giornalista c/o la rivista culturale Rolling Stone di più
Iron Maiden
hahahaha gli iron, mitici iron, sono l'icona primordiale dell'evoluzione del punk in qualcosa di epico appunto. Credo che i riff di harris, la vocalità di dickinson abbiano prodotto qualcosa di simile a quello che tolkien ha prodotto nella letteratura di più
Pink Floyd
i Pink hanno un pregio: quello di avere spostato i testi sul terreno dell'analisi psicologica individuale ed essendo una propensione naturale dei membri del gruppo, questa ha portato dietro di se la musica e ha portato dietro anche noi. Dai 60 ai primi 90 hanno sempre interpretato l'aspetto interiore dell'essere contemporaneo. Sono dei grandiosi interpreti delle nostre ansie, delle nostre visioni, della necessità di pace che tutti coltiviamo nel nostro profondo di più
Beck
Beck è un genio a cavallo del tempo; è naturalmente capace di interpretare qualsiasi suite anni 60, R6B, anni 70 funky, anni 80 elettro po, sempre mettendoci qualcosa che lo identifichi. E' impossibile non amare Beck. Anche nell'ultimo suo album si fregia delle tecnologie attuali per proporre alle generazioni attuali qualcosa che le avvicini ad un ascolto musicale più completo di più
Le Vibrazioni -V
Non poche menti pensanti sul deb affermano che questo sarebbe un gruppo di ex mestieranti (dapprima di toni accettabili) in un secondo tempo venduti al mercato finto-rock al pari di Negramaro, Virginiana M (scoperti tardissimo) o sub-sonica ed all'estero Fun, Coldplay o Struts: ecco, quest'ellepì è la prova concreta del contrario, perché se in due-tre canzoni una chitarra volitiva ritorna protagonista su di un testo "so & so", in episodi come "Nero", "Voglio una macchina del Tempo" e "in Orbita" si ode una vena Indie mista al cantautorato storico italiano dei 70 (con Fortis e il Battisti "più prog" in prima linea). Che dire...gli italiani extramilanesi nolenti o volenti non potranno che rivalutare V al secondo ascolto; non fosse stato che nel "sanremone" di due anni dopo, col virus alle porte del Mediterraneo, avessero nuovamente scaduto nel mediocerrimo ?? di più
Queen -The Game
Unico disco decente dei Queen negli anni '80. Oddio, non che mi piaccia granché nemmeno questo qui, ma sempre meglio del successivo quartetto degli orrori. Forse lo preferisco un poco al precedente "Jazz", che a parte i tre singoli riuscitissimi, trovo in gran parte insopportabile; "The Game" è più omogeneo, ed ha una qualità media superiore, nel senso che è composto quasi del tutto da pop-rocchettini del tutto innocui e piatti come un personaggio dei cartoni animati schiacciato da un rullo compressore, ma almeno non mi risulta fastidioso all'udito. La migliore è probabilmente la classica ballad mayana "Save Me", seguita dal revival '50-primi '60 mercuryano di Crazy Little Thing la canzone dei pavesini, quella. Poi si, altri 2-3 pezzi carucci ci stanno, circa. C'è ovviamente Anada uan baiz de dazt, ottima classificata nel #diteloallozioiside all time, e qualche pezzo proprio brutto ("Coming Soon", ma brutto-brutto-brutto, non brutto-inutile). Insomma, disco salvabile con qualcosa di carino e dignitoso, certamente, ma niente di bello. di più
High on Fire
Dei cavernicoli grandi grossi e incazzati che girano armati di clave e fanno il bagno in acquitrini tra fango e merda. di più
Tu stasera non esci (feat. Pino Insegno)
Be(n), non vedo ora di ascoltarla. Grassiassà! di più
The Rolling Stones -Beggars Banquet
Forse il disco migliore (in studio) degli Stones di più
Gatto Panceri
Pancho Gatteri..... di più
Soley
Tenue e oscura eleganza made in Iceland. di più
James Brown
… non ci riesco… di più
Tame Impala
Aveva iniziato bene...poi ha conosciuto i Daft Punk e ha mandato tutto in vacca. Ma vaffanculo! di più
steve hackett -bay of kings
Il suo primo disco per chitarra classica, tutta roba strumentale e acustica, ovviamente. Qui non c'è ancora l'orchestra, come sarà nei dischi classici degli anni '90 e '00, e gli unici accompagnamenti alla chitarra classica sono le comparsate del superbo flauto di John (che si prende la scena nelle bellissime "Kim" e "Second Chance") e i sintetizzatori di Magnus che sostituiscono le parti orchestrali, giusto in un paio di brani (soprattutto in "Calmaria"). Disco perfetto per i momenti di quiete, colmo di acquerelli bucolici, atmosfere avvolgenti, note come gocce di rugiada, qualche volta con dolcezza quasi onirica, altre volte con piglio più inquieto, brumoso. Nella ristampa, eccellenti aggiunte di altri tre brani, molto validi ("Time Lapse at Milton Keynes" è una delle migliori del disco, le altre due sono brani tradizionali). La perla resta "Horizons", porto sicuro qui riproposto, 11 anni dopo la prima volta, ma per forza, è presa da Giovanni Sebastiano Ruscello; per il resto, tutto a firma Steve. La Baia dei Re è già un bel disco, devo dire che è quello che mi piace meno degli acustici di Hackett, l'unico che forse non riesce ad avvolgermi nelle atmosfere per l'intera durata. Hackett si affinerà e successivamente tirerà fuori tre dischi classici strepitosi, tutti tra i miei preferiti della sua discografia: "Momentum" ('88) e, con l'orchestra, "A Midsummer Night's Dream" ('97) e "Metamorpheus" ('05). di più