Arcade Fire
i primi 3 album: Funeral, Neon Bible e The Suburbs, sono degli assoluti capolavori ormai considerati dei classici. Da Reflektor in poi vivacchiano, con qualche sprazzo di genialità ancora qui e là. Ma se non diamo 5 a loro a chi? di più
The War on Drugs
solo una definizione? sono shoccato. Lost in the Dream e A Deeper Understanding sono tra le cose migliori del decennio passato, 5 stelle tutta la vita. di più
Röyksopp
Melody AM e The Understandinf valgono le cinque stelle. Poi scendono di livello ma rimangono dignitosi. Un 4 ci sta. di più
Brian Eno
i primi album solisti fino al 1977 basterebbero già a incoronarlo uno dei più grandi geni del 900. Non riesco a trovare qualcuno più influente di lui nella musica degli ultimi 50 anni di più
Peter Gabriel
Mi sento persino in imbarazzo a definirlo... da un punto di vista generale, è un genio con una voce unica, la più emozionante del rock intero. Da un punto di vista musicale, un enorme artista molto influente per praticamente tutti quelli venuti dopo. da un punto di vista umano, una persona degna del premio nobel per la Pace. Per me, poi, è semplicemente Tutto. di più
Taylor Swift
Se questo sito non fosse popolato al 99% di snob ci sarebbero almeno un 25-30% di definizioni positive. Taylor Swift fa pop, sì, e neanche dei migliori, forse. Ma sa cantare (ascoltare le versioni acustiche dei suoi pezzi, grazie) sa strimpellare la chitarra, ha presenza scenica e riesce a fare emozionare centinaia di milioni di persone (che, capisco, non è necessariamente sinonimo di talento ma d'altronde neanche essere ascoltati da quattro sfigati che si credono stoc***o lo è); il pop di Swift è allegro, è fun music, lo ascolti ti mette di buonumore e via, non ha mai avuto pretese di essere Aristotele in musica. chi la stronca del tutto o ha la puzza sotto il naso oppure è semplicemente invidioso. di più
Bodychoke
È incredibile come questa straordinaria band sia finita nel dimenticatoio o addirittura del tutto ignorata dalla critica. Autori a metà degli anni ‘90 di tre album clamorosi e assolutamente da riscoprire. di più
Daniel Johnston
Uno degli artisti più liberi, puri e originali mai espressi dal cantautorato americano. di più
F Girls
la migliore girlband mai esistita!!!!! di più
Sequestrum
Il grvppo elettrogeno preferito dalla Anonima Sequestri di più
Amon Düül II -Phallus Dei
Oh, Amon Düül II, quanto vi amo. Il Cazzo di Dio è uno dei più grandi dischi d'esordio e capolavori del rock acidissimo-psychedelico di questa amorfa "tipologia" di musica. Questo ben nutrito gruppo di fricchettoni teutonici ha preso il rock-acido e psichedelico anglo-americano e lo ha estremizzato, lo ha trasformato in un sabba grottesco, in una festa tribale, distorta, nel pieno della Foresta Nera. E lo fa con poca intenzione di prendersi sul serio, lo fa col gusto del grottesco, del teatrale sopra le righe, della fascinazione orientale e della tenebra, del macabro giocoso, del divertimento nel goliardare con strilli, cantato enfatico, versacci, dolci e inquieti vocalizzi da incantatrice dei boschi della Renata Knaup. Alla fine è rock psichedelico, ma è anche qualcosa di più e allora che le chitarre sferraglino, le percussioni tribalizzino, il basso rimbombi, il violino sfrigoli, il sassofono spernacchi, le 12 corde arpeggino e le voci ci trasportino in notti oscure dove il rock acido anglofono è finito in Germania, all'Inferno, per divertirsi di più, estremo, libero, privo di confini, privo di muri maledetti. Da bravi rockers fricchettoni nel profondo, tirano fuori anche ritmi e riff irresistibili, e quelle percussioni... Meraviglioso dal primo all'ultimo secondo, ma "Luziferz Ghilom" e gli strabordanti 20 minuti del Cazzo di Dio title-track sono i due brani che volano nell'infinito. Vi adoro. di più
ABBA -Ring Ring
Rassicuranti come il pranzo della domenica da nonna, dal suono curato e pulito (anche se miglioreranno e tanto con i dischi dalla seconda metà dei '70 in poi) come il pavimento della casa di nonna dopo le grandi pulizie, solari quanto me dopo un 6- strappato al compito in classe di matematica, stucchevoli come il terzo frutto di marzapane mangiato di fila; ecco, gli Abba sono così, le prime 4-5 canzoni te le godi, apprezzi il loro indubbio talento per la bella melodia (e almeno "Disillusion" con la voce della Agneta a farla da padrona, è una bella canzone, niente di speciale ma bella), i pezzi sono tutti divertenti, coinvolgenti, begli incastri vocali e via dicendo, tutto bellino... A metà disco diventa tutto ripetitivo, nelle canzoni non ce ne sta mezza che spicchi sulle altre, e ti vengono anche le prime carie e dici "si, ragazzi e ragazze, ma che due coglioni sto pop allegro e solare eh". Gli Abba son così, anche se questo è solo il primo disco (nemmeno uscì a nome "Abba" all'epoca) e ha anche un paio di pezzi cantati ancora in svedese (tipo nei dischi di Agneta e Frida pre-Abba si facevano dischi da prima, separatamente, tutti e quattro), taitoltrac compresa, il che è bellissimo, imparate le lingue, ignoranti. Dopo faranno di meglio, ma il succo non è mai cambiato troppo. di più
801 -801 Live
5 musicisti straordinari capeggiati da Manzanera + la collaborazione di Brian Eno. Supergruppo di gran valore che esordisce con questo live ovviamente notevole. Grande spazio al leader Manza però c'è da dire che MacCormick al basso fa paura davvero, mostruoso; impeccabile sottofondo di Monkman e Watson, grande Phillips alla batteria. Belle le due cover e bella versione di "Third Uncle" (con MacCormick che butta giù i muri, lo adoro). Non un capolavoro ma se si vuole ascoltare dei grandi musicisti suonare bella musica be eccoli qua. di più
AA.VV. -No New York
Uno dei miei dischi preferiti. Uno dei dischi della vita. Non c'è da dire altro perché, appunto, è uno dei dischi più belli e importanti di tutta la mia attività auscultatoria di note musicali. di più
Abba -Waterloo
(Molto) meglio del primo disco e meglio anche del successivo omonimo (soprattutto perché lì c'è "Mamma Mia"...). In questo c'è la title-track come singolo ultrafamoso ma non ha minimamente stufato quanto l'altra e resta una canzuncella carinissima. Tutto il disco è molto piacevole, non c'è una canzone che mi cachi il cazzo (ok forse "Honey Honey" si) e ci sono diverse piccole perle pop, leggere-leggere come da loro abitudine, ma anche messe in piedi con la loro indiscutibile classe e talento per la melodia pop e la cura del suono e dell'arrangiamento (soprattutto "My Mama Said", gran basso di Gunnarsson qui, e "Suzy Hang-Around"). Ma la mia preferita (proprio di sempre, degli Abba in generale, e muti tutti) e quella cazzatona palesemente divertita e divertente che è "King Kong Song", una puttanatona irresistibile. Infine, una parolina per i session-man (che poi son sempre gli stessi, altro che session man erano membri effettivi) che li accompagnano: Janne Schaffer è un chitarrista intrippato col Jazz e il Jazz-Fusion che ha suonato con gente come Gabor Szabo (un mostro ovviamente scoperto da me da poco qui sul deb) Brunkert alla batteria ha suonato spessissimo insieme a lui e qui in "Dance" fa una comparsata tale John Bundrick detto "Rabbit"... Uno che era nel "giro" di Paul Kossoff e che è stato il tastierista di John Martyn su "Solid Air" (tanto per dirne due, di molti nomi grossi). Non si può dire che sti quattro chiamassero degli stronzi a caso, nei loro dischi, eh. di più
alice -park hotel
Bellissimo disco, che introduce quello che per me è stato il decennio d'oro della carriera di Alice. Un disco che sembra perennemente avvolto dalla nebbia, una bruma perenne formata dalle tastiere di Fedrigotti che avvolgono il suono di ogni brano e che nemmeno gli sporadici interventi di chitarra di Phil Manzanera (nientemeno) riescono a dissolvere, creando un impasto sonoro molto suggestivo. Nasce l'Alice più "internazionale" intanto nelle collaborazioni: la sezione ritmica è Levin/Marotta (quella del suo amato Peter Gabriel). Primo disco prodottole da Francesco Messina anche co-autore, insieme alla stessa Alice, di quasi tutte le canzoni ("Luci lontane" la vetta del disco, a firma Messina/Alice). Altre firme (che torneranno in altri suoi dischi) sono quelle di Liverani, Di Martino, Cosentino, Zitello e ovviamente il Camisasca di "Nomadi". di più
Premiata Forneria Marconi -Jet Lag
Il disco Jazz--Fusion/Prog della PFM che si butta con decisione verso quei territori ancora molto battuti da tanti nella seconda metà degli anni '70 e lo arricchisce con sonorità "mediterranee" e qualche ispirazione d'altro tipo (nella title-track-bellissima e il pezzo che preferisco del disco-i primi 3 minuti circa sono un apocrifo dei Gentle Giant con alla voce un ibrido Chapman-Gabriel come Lanzetti). Certo, fa un po' sorridere che proprio adesso che hanno trovato un cantante vero e così capace come Lanzetti, si mettono a fare almeno tre brani strumentali, ma allora ditelo, per quanto il genere porti tipicamente in quella direzione, sia chiaro. Poi oh, "Peninsula"-prova acustica di Mussida-è uno strumentale stupendo eh. Certo le evoluzioni Jazz-Fusion portano la band-priva di Pagani e con Greg Bloch che lo sostituisce al violino-a perdersi in una musica che nonostante le atmosfere indubbiamente evocative finisce ogni tanto per incartarsi in prove di virtuosismo abbastanza freddo. Però è un disco bello, di gran classe e dove possiamo sentire Lanzetti cantare in italiano (UH) in "Cerco la lingua" un'altra delle mie preferite, indicativa di un disco che è un discreto crogiolo di influenze sonore e di una band sospesa tra identità mediterranea e spinta internazionale-britannica. di più
The Modern Lovers
PIXIES ANTE LITTERAM di più