Che cosa può fare un gruppo nel momento in cui ha raggiunto l'apice della creatività e si trova nella condizione di dover ribadire di possedere una caratura tale da non poter rilasciare dischi anonimi o scadenti? Dipende...!

Se stiamo parlando dei Tool, ad esempio, che hanno - di fatto - inventato un suono, allora la scelta sarà quella di esplorare un universo che si sono creati ed entro il quale nessun'altro è in grado di addentrarsi. Se siamo di fronte ai Demon Hunter la prospettiva è diversa, poiché la formazione di Seattle ha sinora concepito tre album eccellenti, per mezzo dei quali ha fornito un'interpretazione personale delle materie metal, hardcore e "alternative" e ha creato un sound proprietario partendo da concetti noti. Prima con un omonimo esordio ad altissimi livelli, poi confermando e approfondendo ("Summer Of Darkness") e infine esplicitando le ambizioni melodiche ("The Triptych").

Adesso è il turno di "Storm The Gates Of Hell" e dal momento che tutte le possibili combinazioni erano già state messe in atto, i Demon Hunter hanno optato per un lavoro che si configura come uno stato dell'arte del loro sapere musicale. Un lavoro che, pur mantenendo una coerenza evolutiva e stilistica e una immediata riconoscibilità, si materializza sotto forma di un mix di violenza e accessibilità supportato da una scrittura brillante. Quindi ci si trova al cospetto tanto di randellate hardcore in pieno volto, quanto di pezzi orientati al metallo (anche classico) con una particolare attenzione per l'orecchiabilità e con segmenti di raccordo che spaziano dall'emo robusto al metal-core dall'indie rock al new metal e all'hard rock e arrivando al concepimento di dodici brani vari, distintivi e accattivanti. E poi i Demon Hunter dimostrano di avere un'altra grandissima qualità, quella di saper comporre canzoni degne di tal nome, il che non è così scontato.

Ora si tratta di attendere, perché la mia opinione è che, con "Storm The Gates Of Hell", abbiano chiuso un ciclo grandioso, perciò sono curioso di capire se in futuro si limiteranno alla iterazione o se sapranno sorprenderci con scelte/svolte inaspettate. Certo, su di loro pesa il fattore commerciale (non trascurabile avendo venduto oltre 10000 copie solo nella prima settimana di uscita), il che non è elemento che va di pari passo con la spregiudicatezza discografica...!

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