Alla fine questo qui è un film sul nazismo, ma che non per questo necessariamente si presta a essere considerato solo e unicamente in quello che fu il contesto storico della Germania hitleriana del 1942 e in cui il regista ha voluto ambientare la storia.

Dennis Gansel, nato a Hannover il 4 ottobre 1973, è un giovane regista tedesco conosciuto per aver diretto nel 2008 il film 'Die Welle' ('L'onda'), tratto da un romanzo di Todd Strasser e che ottenne numerosi riconoscimenti. Oltre fare molto discutere per i suoi contenuti.

Liberamente ispirato all'esperimento sociologico 'Third Wave' realmente avvenuto a Palo Alto in California nel 1967, il film ne riprende i contenuti e racconta la storia di un professore che per spiegare come si fosse potuti arrivare al nazismo, fondò un movimento che lui comandava in maniera autocratica e con la severa disciplina del regime hitleriano.

L'esperimento dal suo punto di vista si rivelò un successo perché i giovani nella pratica dimostrarono un entusiasmo incredibile nel prenderne parte e gli studenti cominciarono a sentire un senso di appartenenza molto forte, quando poi il professore (Ron Jones) interruppe bruscamente il 'gioco' e invitò i ragazzi a confrontare il loro comportamento con quello che fu tipico delle organizzazioni giovanili naziste.

Il film, che chiaramente fu molto discusso per i suoi contenuti e in particolare in Germania, ne riprende la storia (chiaramente con delle modifiche e dei risvolti drammatici) secondo l'ottica peraltro di un tedesco nato negli anni settanta e che quindi era stato sin dalla giovane età ampiamente documentato su quella che fu la storia nazionalsocialista tedesca fino ad averne in qualche maniera negli anni maturato una specie di rigetto e secondo sua ammissione riscoprirne l'importanza solo in età adulta.

I contenuti di questo suo film del 2004, 'I ragazzi del Reich' ('Napola - Elite für den Führer'), non sono in qualche modo distanti da quelli di 'Die Welle'. Anzi sembra quasi da un certo punto di vista che il film ne anticipi i contenuti e che il successivo film del 2008 costituisca in qualche modo una evoluzione, un passo successivo de 'I ragazzi del Reich', riprendendone i contenuti drammatici e sviluppandoli però su un diverso binario più ampio e coinvolgente più soggetti (del resto 'I ragazzi del Reich' si fonda esclusivamente su quello che è un singolo personaggio) e diversamente temporale dato che è ambientato nel tempo presente.

'I ragazzi del Reich' è la storia del giovane Friedrich Weimer, diciassette anni, che viene reclutato nella prestigiosa scuola militare NaPoLa (Nationalpolitische Erziehungsanstalt), una accademia elitaria che si occupa durante gli anni del nazismo di addestrare i cadetti destinati a diventare gli elementi di spicco della dirigenza dell'esercito tedesco e in particolare delle Waffen-SS. Il programma fu inaugurata nel 1933. Alla fine della guerra si contano in tutto numero 43 accademie sull'intero suolo tedesco.

Friedrich, proveniente da una famiglia particolarmente povera, accetta di buon grado la destinazione nonostante il parere contrario del padre, dato che questo gli permetterebbe di fare carriera e di accedere a posizioni elevate all'interno della gerarchia sociale della Germania nazista e in breve diviene uno degli studenti di spicco della scuola, in particolare in virtù delle sue capacità nella boxe.

Durante il suo periodo di permanenza nella scuola tuttavia si scontrerà con la dura e spaventosa realtà dei metodi di formazione della NaPoLa, che vuole i propri studenti indottrinati ideologicamente secondo i principi del nazismo e formati quindi attraverso metodi di educazione che prevedono una netta ripartizione dei rapporti gerarchici, rigidità e intransigenza nella linea di pensiero e severità nel giudizio, quindi punizioni che passano dall'umiliazione alle violenze vere e proprie.

Nel tempo lo svolgimento dei fatti lo porterà a ricredersi sulla frequentazione della scuola e a rinunciare anche a quella che può essere una luminosa carriera, rifiutando di costituire l'élite di quella che spaventosa macchina che è il nazionalsocialismo.

La storia raccontata nel film (musiche di Angelo Badalamenti) è invero molto semplice. Si sofferma in particolare sull'amicizia tra Friedrich (Max Riemelt) e Albrecht (Tom Schilling), figlio del 'Gauleiter' locale (praticamente il capo della sezione locale del partito), che è dotato di una sensibilità particolare e che viene considerato dal padre come un debole. Ma più che lo sviluppo del rapporto che legherà i due, il film si concentra su quelle che sono le reazioni emotive di Friedriche, che più che assumere una vera e propria consapevolezza sul piano del raziocinio, sembrerebbe alla fine cedere a quella che è una sua vera e propria reazione emotiva e quella che è la sua sensibilità e che alla fine lo costringe, immobile, a rifiutare la situazione.

Una specie di opposizione passiva quindi e che lascia riflettere sulla sua 'efficacia' sui grandi numeri per quello che riguarda la storia della Germania nazista, che fu eventualmente del tutto ininfluente, ma che sul piano individuale costituisce comunque, è evidente, una forma di autodifesa e di salvaguardia della propria integrità morale e intellettuale. Sebbene, è evidente, questa da sola probabilmente non può bastare né sul piano più complessivo e 'sociale' (inteso come contesto in cui il singolo agisce e opera) né sul piano emotivo. Come può infatti una individualità, pure se ha compiuto un gesto moralmente e eticamente positivo, vivere felicemente in un contesto di per sé insano?

Il film di Gansel non dà risposte a queste grandi domande e forse non ci sono risposte di per sé definite e definitive e che possano costituire una qualche legge universale.

Del resto il tema centrale è quello relativo il campo della formazione e dell'educazione sia per quello che può riguardare l'individualità, nel caso Friedriche, ma anche quella che può essere una collettività.

Come 'Die Welle' il film rimanda a quelli che possono essere i metodi e i sistemi di educazione e come e quali siano quelli più adeguati a educare e allo stesso tempo formare un senso critico negli studenti e dare loro questi strumenti e quella consapevolezza tale per disimpegnarsi come individualità pensante e critiche e allo stesso tempo anche formarsi come individui dotati di coscienza sociale e che facciano parte di una comunità più o meno estesa, a partire dal contesto scolastico a quello più ampio della società in cui viviamo.

È evidente che la questione è ampia e si presta a diverse interpretrazione e da diversi punti di vista.

È sicuramente interessante nel film considerare il diverso atteggiamento del 'mondo adulto', quindi sia di quelli che sono gli insegnanti che di quelli che costituiscono i modelli di riferimento (nel caso particolare: il padre di Albrecht), nei confronti di Friedrich e del suo amico Albrecht e di come questi ne determinino diversamente il destino con quelli che sono i loro giudizi che sono per forza di cose 'condizionanti'.

Forse alla base, per quello che riguarda i giovani, c'è una specie di lotta sociale e che poi sarebbe quella che si riassume nel 'gap' tra una generazione e l'altra, e in cui il mondo adulto esce sempre vincitore perché già in possesso di quelle conoscenze delle 'regole' che determinano i rapporti tra i diversi esseri umani e il funzionamento della società.

Uno scontro che è inevitabile e che come tale si ripete e si ripeterà di generazione in generazione e che molto spesso vede i giovani - giustamente oppositivi - non fare fronte comune e in una situazione che molto spesso determina emarginazione e confitti interiori irrisolti del singolo.

Può sembrare paradossale, eppure forse uno dei compiti di un educatore dovrebbe proprio essere quello di spingere allo 'scontro' tra queste generazioni e in una maniera consapevole e cosciente e senza degenerare chiaramente in quella richiamata rigidità e severità, ma al contrario cercando di favorire non competitività tra quelli che sono gli studenti e i giovani, ma una loro unità e compattezza ideale, che possa portarli alla fine a essere protagonisti delle proprie esistenze in una maniera solidale e collaborativa.

Ah, come sarebbe bello se tutti i giovani del mondo si unissero tra di loro e ci mandassero noi vecchi tutti quanti a fare in culo!

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