Un concerto di Dente è pur sempre un concerto di Dente.

La fauna che affola lo spazio di fronte al palco non è difficile da immaginare. Frange, occhiali da nerd e modi di fare da artistoide. Davanti a me si trova un tipo che sembra il figlio spastico e uscito male di Morrisey. Il locale è piccolo e in poco tempo inizio a sudare come un cane ma ho vissuto esperienze senza dubbio ben peggiori da questo punto di vista.

Il concerto inizia dopo una lunga attesa. Il pubblico è davvero algido e così il cantautore che sfoggia davvero un carisma da opossum stitico. Il tutto scorre in maniera svogliata,senza grandi picchi e scadendo spesso nel banale. La sensazione predominante è di aver assistito a qualcosa che non ha nessun sapore e nulla da dire. Musica troppo plasticosa con momenti di puro manierismo cantautoriale tipici della musica italica. Dio benedica il sopracitato figlio rinnegato di Morrisey che con i suoi passi di danza appena accennati e i suoi sguardi di profonda commozione hanno rallegrato la mia serata.

La vocina in testa che ripete "te l'avevo detto" e i dodici euro d'ingresso mi assillano ancora.

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