Quando il cinema incontra l’attualità o l’etica o la filosofia nasce quasi sempre un capolavoro. Film come “Le Invasioni Barbariche” ti fanno discutere su ciò che è etico e su ciò che non lo è. Film come questi ti tengono incollato allo schermo, ti fanno ridere, piangere, infine riflettere. Un piccolo capolavoro moderno ha il coraggio di analizzare svariati temi: il rapporto padre-figlio, il sesso, la vita di coppia, la morte, la malattia, la sanità… Per ogni tema nasce sempre la stessa domanda: è giusto o sbagliato?

E’ giusto o sbagliato il ruolo di Sèbastien nel film? Sèbastien vive in un mondo virtuale (spesso attaccato al telefonino e al suo portatile) guadagna tantissimi soldi nonostante faccia un lavoro “freddo” ed è figlio della tecnologia più avanzata. Al contrario Remy, il padre, fa un lavoro “poetico” (è professore universitario) ed è lì, steso sul letto di morte, circondato da 4 amici a parlare del passato, di una vita vissuta irrazionalmente e intensamente, a scoparsi giovani studentesse e a mangiare dell’ottimo cibo. A fare da sfondo alla storia ci sono gli amici e i familiari, con le loro storie, con i loro dialoghi brillanti, le battute al vetriolo.

Da un lato viene analizzata la storia di Remy attraverso il racconto dei suoi amici, dall’altro lato il figlio Sèbastien invece agisce, comportandosi in una determinata maniera, muovendosi a suo agio in una società dove i soldi comandano. Grazie ai soldi Sèbastien otterrà ciò che vuole, per il bene del padre (ma quale bene se lo odia profondamente? O forse no?)

Per concludere, il merito di questo film è di riassumere la vita in 90 minuti: si ride, si scherza, si incontrano vecchi amici e un figlio che non vedevi da tanto tempo, ci si commuove, infine ci si pongono giuste domande. E’ la vita, fatta di poche certezze e di tante, tantissime domande.

Guardatelo, ve ne farete anche voi.

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