18 Giugno 1988

I Mode inaugurano il loro 101° concerto ufficiale al Rose Bowl in Pasadena, gli invitati sono oltre centomila e tutti aspettano con ansia l'apertura di quello che diventerà non un concerto ma il concerto. Ecco che il gruppo sale sul palco Martin Gore, Alan Wilder e Andrew Fletcher prendono posto dietro le tre tastiere e David Gaham si dirige verso il microfono.

Il live parte con "Pimpf" pezzo strumentale della durata di un minuto con il quale i Mode sembrano provare gli strumenti, e intanto la folla comincia a scaldarsi. Al 58° secondo il gruppo ci spara senza troppi complimenti "Behind the wheel" con gli annessi battiti elettronici accompagnati dalle urla del pubblico e dalla voce calda del signor Gaham: "My little girl/ drive anywhere/ do what you want/ i don't care/ tonight… ". Già si capisce che il gruppo si trova a suo agio e David Gaham si lancia con i suoi consueti urli liberatori, si prosegue con "Strangelove" uno dei cavalli di battaglia del gruppo con Wilder che da sfogo della sua bravura tecnica accompagnata dai suoi compagni d'avventura: "There'il be times/ when my crimes/ will seem almost unforgivable/i give in to sin… " presagiscono tutta l'immensità del gruppo, e intanto la folla diventa incandescente , subito dopo la band intona le prime note di "Sacred" (canzone tratta da Music for the masses) con Gore che accompagna le prime strofe insieme al Front-man, con il ritornello che intona: "Cerco di vendere una storia/ sulla gloria eterna dell'amore… " a questo punto si comincia a capire che questo concerto non è come tutti gli altri, e appena ci rendiamo conto di quello che sta per succedere partono i 100 Bpm di "Something to do" con Gaham che canta in toni alti le prime strofe: "My little girl/ won't you come with me/ and tell me/ is there something to do" e Gore che lo accompagna per tutta la durata della canzone cantando "Is there something to do".

Si prosegue con "Blasphemous rumors" (pezzo tratto da 'Some great reward') caratterizzato dagli effetti elettronici presenti all'inizio e dal testo: " Ragazzina di 16 anni/ una vita davanti a sé/ si è tagliata le vene/ annoiata dalla vita… " leggere il testo della canzone equivale a fare un salto nei meandri più nascosti e inquietanti della vita. Subito dopo parte il motore ansimante di "Stripped" e il Rose Bowl sembra che stia per esplodere, Gaham intona: "Come with me/ into the trees/ we'il lay on the grass/ and let the hours pass… " i compagni lo seguono a ritmo di campionamenti e si ha la sensazione che il mondo musicale ruoti tutt'intorno a loro. La chiusura del primo cd è affidata a "Somebody" e "Things you said" pezzi tranquilli cantati da Martin Gore per far prendere un po' di respiro a tutti.

Il cd 2 si apre con "Black celebration" una delle canzoni più famose (nonostante non sia uscita come singolo) con il Front-man che intona: "Let's have a black celebration/ black celebration/ tonight… " e Wilder che accompagna Gaham durante il ritornello, si prosegue con "Snake the disease", (l'inedito tratto dalla raccolta '81-85') "Nothing" e "Pleasure little treasure" per arrivare successivamente alla Hit internazionale "People are people" accompagnata da suoni "industriali" tipici del pezzo e dal testo diretto e immediato: "Le persone sono persone per cui non capisco/ perché tu ed io andiamo d'accordo così pessimamente/ si, non siamo dello stesso colore/ o della stessa religine… " è il pezzo che di fatto ha aperto le porte del mercato americano al gruppo. Si prosegue con "A question of time" pezzo tratto da 'Black celebration', preceduto dalla cassa che imposta il ritmo (un 2/4 a 110 Bmp), ma è solo con "Never let me down again" che il concerto raggiunge l'apice, il pubblico ormai non lo doma più nessuno e alle parole "I'm taking a ride/ with my best friend/ i hope he never lets me down again/ he knows where he's taking me… " l'arena esplode letteralmente seguita dalle implosioni dettate dal ritmo della canzone, e Gaham non si ferma…

Si passa adesso alle più tranquille "A question of lust" (cantata da Gore) e "Master and servant" (canzone che invoglia al rapporto sadomaso) "C'è un nuovo gioco/ che ci piace fare/ un gioco con realtà aggiunta/ mi tratti come un cane/ mi fai inginocchiare/ noi lo chiamiamo servo e padrone… " la chiusura è affidata a "Just can't get enough" (l'unica canzone estratta da 'Speak e Spell') e "Everything counts": "The grubbing hand/ grag all they can/ all for themselves/ after all".

Il live si chiude qui in mezzo a 5 minuti di applausi ininterrotti che danno l'idea di cosa abbiano rappresentato i Mode tra il 1986 e il 1993.

Se ci fosse una scala centesimale il voto sarebbe naturalmente 100… +1

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