Music For The Masses non è solo il titolo di un album è una vera e propria dichiarazione d'intenti.
E' la precisa volontà da parte di una delle band più importanti degli ultimi vent'anni di portare nella seconda metà degli anni ottanta il sound elettronico alle orecchie di tutto il mondo. Anche l'artwork della copertina con le immagini dei grandi altoparlanti appesi a un palo sembrano confermare questa loro intenzione.
Manie di grandezza? Macché, scommessa vinta poiché per i DM dopo la pubblicazione di questo album arriva la consacrazione pop assoluta.

Music For The Masses successone in Europa irrompe anche in America piazzandosi ai primi posti delle classifiche. I Depeche saranno poi accolti negli USA da folle oceaniche nelle arene normalmente riservate al football e ai concerti rock, come testimonia il video-documentario 101.
Il livello degli arrangiamenti di questo disco è altissimo con la band nella "storica" formazione, (Dave Gahan, Martin Gore, Alan Wilder, Andrew Fletcher) la produzione è firmata DM e Dave Bascombe con lo zampino dell'immancabile Daniel Miller, quindi sound impeccabile con chitarre trattate e suoni sintetici oltre che percussioni industrial e voci abbondantemente riverberate secondo gli stilemi dell'epoca.
Anche nelle tematiche affrontate Music for the masses è un disco pop, nei testi infatti si parla di sentimenti, destino, spiritualità, temi decisamente universali.

Il disco si apre con Never Let Me Down Again (uno dei singoli più famosi dei Depeche) che appare come una sottile metafora sul rapporto dell'uomo con le droghe (I'm takin a ride whit my best friend, i hope he never lets me down again... never want to go down, never want to put my feet back down on the ground...)
Un suggestivo giro di basso sinth (A. Wilder of course) ci introduce "The things you said" splendida ballata elettronica in cui la voce solista e poche frasi di tastiera ci fanno sognare per tre minuti e mezzo, subito dopo Strange Love (Il mio preferito di sempre, avevo 13 anni quando lo sentii per la prima volta in radio) ovvero l'Ammore tra alti e bassi, tappeti di tastiera ci preparano a ballare col riff più geniale che sia stato mai concepito nella storia del pop elettronico, supportato da ritmiche tecnologiche e accattivanti e con in primo piano la voce di un Dave in gran forma.
Anche in "Behind the wheel" i riff di sintetizzatore insieme alla cassa dritta la fanno da padrona. Qui nel testo Dave fugge gli stereotipi maschilisti e lascia il volante (ops il manubrio) alla donna (you're behind the wheel tonight).
ll disco si chiude alla grande tra gli archi e i timpani della pomposa suonata "Pimpf".

La bellezza di questo album sta nella semplice genialità delle melodie vocali e dei riff di tastiera. I Depeche tra "highs" and "lows" sanno come colpire e arrivare dritto al cuore di chi ascolta.
Questo disco inoltre rappresenta la perfetta sintesi del suono e dello spirito della new-wave e del synth-pop.
Tristemente spensierati o fatalisticamente vacui come il brano "Nothing" (una bella brutta copia di Never Let Me Down Again) gli anni ottanta ci guardano dai solchi di un vinile, c'è perfino il timbro con l'inchiostro viola della SIAE nel centrino, già perché allora il bollino adesivo non l'avevano ancora inventato... ma allora è proprio vero, stavamo meglio prima!

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