Finora le recensioni che ho scritto sui Depeche Mode erano troppo serie, curate fino al minimo dettaglio (molti mi hanno ingiuriato per l'eccessiva prolissità).
Con questa più che recensire vorrei convincere una volta per tutte con estrema imparzialità quelli a cui dei Depeche Mode non gliene può fregare un tubo.
E' per questo che ho scelto uno dei singoli più odiati dai fan, "The Meaning of Love", secondo estratto dall'album "A Broken Frame" del 1982. Il mio invito è quello di ascoltare la canzone, per aprire una discussione sui Depeche Mode.
Mi spiego meglio: vi metto davanti uno dei singoli più odiati dei Depeche per capire qual è il vostro parere: magari a voi piace, chissà.... Il video di Julien Temple però non vi potrà mai piacere: uno scandalo dell'arte cinematografica contemporanea, con scenografia da dilettanti.
Quanto al singolo, "The Meaning of Love" è una canzone molto gioviale, che ha per ingredienti Synth e British Wave, e ne fa un gioiellino dell'elettronica anni '80. I Depeche Mode hanno fatto molto ma molto ma molto di meglio, per questo vi invito ad ascoltarlo.
Per dovere di cronaca, il lato B è una graziosa ed amena strumentale, "Oberkorn (is a small town)". Musica che ci catapulta in Gran Bretagna, musica per chi ha orecchio. Testo: più scontato non si può, per Martin Gore intendo! Comunque una colonna sonora delle esperienze amorose vissute negli anni Ottanta. Synth, bandneon, tripudio di analogico.
Ascoltare per credere.
E per metterla anche ai fans schizzinosi....
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