Stavolta ho superato me stesso: sfido chiunque a trovare un disco che abbia stampato meno copie di questo. Bè, ad essere sinceri mi sento perfino in colpa a recensire questo cd perché in fondo a me è letteralmente capitato tra le mani (regalo di un tizio che li ha visti live in una specie di centro sociale) e magari, anche se non è probabile, qualcuno la fuori lo sta invano cercando da anni.
Se questo cd non ti casca dal cielo, come è capitato a me, e lo stai cercando da anni, allora non sei solo un pazzo illuso, sei anche un grande intenditore; non un intenditore di musica però, questo sia chiaro, perché qui di musica non ce n'è nemmeno a cercarla. Questa non è musica e questo non è un cd: è proprio per questo che recensire questo lavoro sarà un casino pazzesco ed è proprio per questo che mi sto bacchettando le mani, per essermi impegolato in un'impresa più grande di me. Già, perché io non sono un intenditore e questo disco manco lo volevo, ma visto che mi piace l'estremismo non posso tirarmi indietro proprio ora.
La band, composta da quattro persone, proviene dalla vicina Svizzera, una terra non molto rinomata per la musica se escludiamo i Celtic Frost, e che, non si sa per quale strana magia, da i natali a questa marmaglia di anarchici che si nasconde dietro allo scioglilinguico monicker Der Kleine Hirnfick; si, avete capito bene, anarchici di quelli coi controcazzi, di quelli proprio cattivi, di quelli che vogliono fare a pezzetti qualunque cosa, di quelli che basta recensirli e si scatena un finimondo di commenti (è per questo che questa volta, masochista, consento i commenti anonimi) e ti arriva la Digos a casa. Mi scuso per chi dice che non bisogna mescolare politica e musica, ma ve l'ho già detto all'inizio, questa sostanzialmente non è musica quindi i nostri non mescolano proprio niente, fanno solo politica.
Se proprio volessimo catalogare la loro "non musica" allora la metterei sotto il nome di Grindcore, un Grind però assolutamente fuori da ogni schema e molto lontano da quello comunemente inteso come tale; non vi aspettate roba alla Carcass o alla Repulsion, qui sentirete "cose" più simili all scalciare "primordiale" (per citare Hybris) dei Napalm Death (in brani tipo "Multinational Corporations" o "You Suffer") o, meglio ancora, degli Assuck. Il problema è che questi seppur vaghi riferimenti son totalmente fuorvianti e non danno minimamente l'idea di cosa sia questo "Offentl. Agernis".
Il cd si distingue in tre parti precise; le prime dieci tracce sono canzoni vere e proprie (vale a dire "cose in cui suonano degli strumenti"), dalla undicesima alla ventitreesima invece c'è un programma radiofonico dal titolo "Slow Grind", nel quale non fanno altro che parlare in tedesco, mentre nella terza ed ultima parte ci sono ancora due "canzoni". Il tutto, della durata di ben settanta minuti, è stato registrato Live tra il 1993 e il 1994, tanto per rendere ancora meno commerciale un disco del genere (a parer mio non senza un profondo autocompiacimento). Impossibile fare un discorso strettamente musicale per una band come questa in quanto le note suonate sono talmente poche e ripetitive da non permettere di parlare di tecnica o meno. La voce, usata a tratti in Growl ma molto più spesso solo per emettere versacci, grida, per parlare per minuti interi, ricorda paradossalmente più quella di Andy Vega dei Suicide; e neanche farlo apposta ecco che, involontariamente, ho citato un gruppo al quale forse i nostri Der Kleine Hirnfick si rifanno. Chi ricorda le sonorità da "catena di montaggio" dei suddetti Newyorchesi avrà finalmente un'idea di cosa lo aspetta: tuttavia, meno marcata è la componente Industrial a beneficio invece di quella Grind e, a tratti, Hardcore Punk.
Ma questi quattro svizzeri scivolano ancora alle classificazioni e, contro il tentativo di etichettarli come band Grindcore, presentano pezzi lunghi anche una decina di minuti assolutamente lentissimi e insensati. La chitarra non fa che ripetere più meno gli stessi giri per tutta la durata del cd, dei riff (se così li vogliamo chiamare) sporchissimi, estenuanti, in grado di ricreare quei terrificanti scenari di guerriglia urbana dei quali i nostri parlano nei testi. Sirene, spari, pestaggi e cariche di polizia (loro principale oggetto di odio insieme a tutte le forze dell'ordine); e ancora gas lacrimogeni, manganellate, distruzione e quella atmosfera da "legge marziale" che piano piano ti portano ad odiare. I Der Kleine Hirnfick vogliono farci assaggiare l'assenza di libertà per farcela desiderare ancora di più. La batteria va piano senza però essere opprimente, mentre il vocalist sembra scandire inni contro il potere e aizzare una protesta il più eversiva possibile: il basso, molto distorto, da il ritmo per quella che sembra una marcia militare. Urla in tedesco, che sembrano più ordini che non il testo di una canzone, portano l'ascoltatore in un clima di colpo di stato: morale della favola, riescono a farti sentire autenticamente angosciato e in pericolo.
Al di là del loro messaggio politico, di tale violenza da non poter non essere deprecato, bisogna riconoscere a questo quartetto un grande coraggio quanto meno musicale: politicamente sono scorretti, anzi scorrettissimi, e a dirvelo è uno che generalmente non si scandalizza a leggere testi dei più malati in circolazione. I nostri non scherzano né lo fanno per stupire, anzi, si rivelano in fin dei conti tanto fastidiosi quanto la loro controparte di estrema destra. Qualcuno aveva detto che gli estremi si toccano...
Per finire arriviamo al voto che non ho messo: perché? Perché bisognerebbe dibattere se questa è arte o è solo uno scherzo della musica e ho idea che la discussione sarebbe a dire poco annosa: il fior fiore di critici si sono scannati per decidere se dare l'alloro o la gogna a lavori di questo calibro e non sarà certo una combriccola di debaseriani (tantomeno io) a prendermi questo onere. Io personalmente lo consiglio a chiunque ami l'estremismo in generale: considerato che se mai lo trovaste nessuno ve lo farebbe pagare più di due o tre euro, direi che vale una spesa di questo tipo già solo per quello che rappresenta. Questo è uno dei punti più lontani fino ai quali la musica può giungere.
PS; è inutile che cerchiate informazioni su questi tipi a meno che non sappiate il tedesco... non c'è un sito inglese né italiano che ne parli.
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