"Si narra che nel 1500 girasse per le strade un complesso dallo straordinario talento, ma al tempo stesso dalla vita sregolata. Questo gruppo era così talentuoso e così ipnotico da attirare su di sè l'attenzione di ogni popolo; la loro influenza era così potente che attirò perfino le attenzioni della Chiesa stessa che, impaurita da questa potenziale minaccia, decise di screditare l'orchestra facendo girare orribili voci sul loro conto. Questo stratagemma non produsse però l'effetto sperato, anzi: la sinistra fama che si erano procurati fece sì che il gruppo, fino allora senza nome, diventasse l'Orchestra del Diavolo. Consci però che la loro parabola non sarebbe durata a lungo, il complesso visse le sue ultime settimane al limite, finchè la Chiesa passò alle maniere forti e li arrestò per blasfemia. I membri del gruppo, prima di morire mediante impiccagione, fecero un patto: avrebbero scritto una lettera nella quale avrebbero raccontato la loro storia, e 500 anni dopo quella lettera sarebbe arrivato ad ogni loro discendente, chiedendo che l'Orchestra del Diavolo tornasse in attività."

Questa è la alquanto pretestuosa storia che accompagna la Diablo Swing Orchestra, band svedese che già da qualche anno fa parlare di sè per il loro stile: la loro musica infatti è di quanto più originale si possa trovare sulla piazza. Rock, Classica, Balletto Russo, Progressive e Lirica si mischiano, si scindono e si riamalgamano, per formare un miscuglio esplosivo. Se l'album d'esordio, pur contenendo grandissimi spunti, era alquanto confuso e immaturo, questo "Sing Along Songs" rappresenta la raggiunta maturità del gruppo.

Il disco è un allucinato viaggio in un mondo cartoonesco e bizzarro, quasi spaventoso; a metà tra i Mechanical Poet e Danny Elfman, tra l'avanguardia e la follia più completa, le 10 tracce che compongono l'album sarebbero perfette per un film di Tim Burton: come le pellicole del regista, infatti, le canzoni della Diablo Swing Orchestra comunicano all'ascoltatore emozioni contrastanti e sempre diverse; se, all'apparenza, le musiche possono sembrare fin troppo grottesche, quasi caricaturali, in realtà possiedono una carica emotiva non indifferente e in ogni traccia odio, amore, violenza, ironia, dolcezza e malinconia traspaiono e colpiscono coloro che ascoltano il disco. Chitarre sferzanti, bassi potenti e voci straordinarie (merito della cantante Annlouice Loegdlund) accompagnano l'ascolto di quello che potrebbe essere il sogno e allo stesso tempo l'incubo di un bambino. O anche di un adulto.

L'originale proposta di questi signori rappresenta molto probabilmente il futuro della musica: dopo i Pink Floyd, i Velvet Underground, Frank Zappa, i King Crimson, gli Who, i Black Sabbath e tanti altri, forse un giorno un posto fra i capisaldi della musica se lo conquisterà anche l'Orchestra del Diavolo.

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