- I Live di Telespalla N°6 -
Doveva essere una serata storta.
Una di quelle volte che non hai voglia di uscire, non importa né dove vai né con chi stai, tanto sai già che ti annoieresti comunque. Eppure ti scoccia stare a casa ben sapendo che se prendi un libro in mano poi lo getti e di ascoltar musica non se ne parla: ti farebbe schifo qualsiasi cosa uscisse dalle cuffie del tuo iPod. Allora ti sdrai sul letto, guardi il calendario e noti un post-it appiccicato proprio sulla data di oggi. Ti alzi e lo guardi. C'è scritto: "Ore 22, Concerto Diaframma Liò Bar". Butti via il post-it e ti accorgi di un dato sul quale non avevi fatto caso: oggi è venerdì 17 e sei superstizioso.
Doveva essere una serata storta
Il concerto dei Diaframma, non vedevi l'ora. Lo avevi detto a tutti gli ex-compagni del Liceo. Proprio quelli che ti prendono in giro per la musica che ascolti e per farlo ti dicono: "Certo che ascolti musica strana, a cominciare da questi Diaframma che ci propini ogni volta". Proprio quelli che una settimana prima non erano voluti venire con te ad un concerto: c'è chi preferisce lavorare il sabato sera per pagarsi 500 euro di libro di Anatomia, roba da pazzi! Decidi di andare da solo. Ti spogli, ti vesti con le prime cose che capitano a tiro, noti che ti stanno bene, mangi un panino e poi parti in macchina. Liò Bar, non ci sei mai stato ma ti hanno detto che si trova vicino alla Stazione, lo cerchi per 20 minuti come un idiota chiedendo due volte informazioni. Girando casualmente la testa lo vedi, tiri fuori tante di quelle bestemmie che se fosse passato un prete sarebbe stata scomunica, immediata!
Doveva essere una serata storta.
Per fortuna lì vicino trovi un parcheggio. Poco dopo sei dentro al bar: un posto freddo, cupo, quasi da film noir. L'atmosfera ti piace e ci scrivi una poesia; chiedi carta e penna al barista, in disparte scrivi di getto e poi gliela regali. Il barista la guarda, intanto sei uscito e stai pensando: "La peggior poesia che abbia mai scritto". Non importa, eppure sei di pessimo umore anche qui: esci fuori e ti stanchi, resti dentro e stai seduto mogio su uno sgabello. Intanto il tempo passa e vedi Fiumani firmare autografi e parlare. Vorresti avvicinarlo ma non hai il coraggio, guardi l'orologio e sei cosciente che il concerto inizierà tardi.
Doveva essere una serata storta.
Ore 23:10, si comincia e tu sei l'unico triste. Ti sei convinto che alla fine potrà essere un concerto splendido quanto si vuole ma niente toglierà quel magone dalla faccia. Il concerto parte ed ascolti una batteria onnipresente, forse troppo, un basso assolutamente egregio e soprattutto lui, Federico Fiumani, con la sua chitarra così dinamica e violenta, con quella voce "brutta" ed emozionante. In quel momento ti rendi conto del perché abbia sempre rinunciato a tutti i contratti che gli hanno offerto: Fiumani ha trovato l'elisir di lunga vita e non ha intenzione di mollarlo, dimostra almeno 20 anni di meno. Sul palco urla, salta e si dimena, non preoccupandosi del minuscolo spazio a disposizione. La magia riesce, ti passa tutto, sorridi, ti muovi e canti le canzoni della scaletta: "Elena", "Adoro Guardarti", "Vai", "Siberia", "L'Odore delle Rose", "Il Futuro Sorride a Quelli Come Noi" e "Gennaio", specie quest'ultima.
All'improvviso, mentre canta, Fiumani stoppa tutto: "Sono stanco, grazie a tutti. Buona notte". Doveva essere una serata storta.
Resti là, immobile, tra lo speranzoso e l'inferocito, eppure applaudi timidamente sperando che esca. Quando ormai sei alla rassegnazione arriva il bis e via con altre canzoni, cinque per l'esattezza ma dentro te ne restano due: "Fiore Non Sentirti Sola" e "Neogrigio", così belle e così diverse. Una cantautoriale ed impressionista, l'altra New-Wave e romantica. Alla fine di tutto torni a casa, abbastanza velocemente. Entri piano per non svegliare il cane, altrimenti si alzano tutti e di cazziatoni non vuoi sentirne. Prima di dormire uno sguardo all'orologio, è l'1 di notte e domani la sveglia scatta alle 6 per andare in Università. Decidi di sfogarti: al diavolo tutti, al diavolo l'Universitò, al diavolo gli ex-compagni del Liceo, al diavolo Mirelle e l'intervista, al diavolo Francy e il suo libro di anatomia; l'unica stupida che invece di comprarlo butta via 500 euro.
Mi permetto solo una domanda: "Scusa un attimo ma la recensione del concerto?", "Se ne parla domani, Debaser aspetterà".
Doveva essere una serata storta
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