Il terzo album di Die Dave, The Art of Dying, realizzato in collaborazione con Rvndea, è una discesa nei meandri della morte, della sconfitta e della rinascita attraverso il fallimento. Un concept che non si limita alla retorica del buio, ma esplora la fine come un nuovo inizio, tra filosofia zen e disincanto urbano. Dopo Zero BPM e Do or Die, Die Dave affina ulteriormente il suo stile, mantenendo l’ironia amara e il sarcasmo corrosivo che lo contraddistinguono.
"Ancora rappi? Stai muto. È come se senti 'tutututu' nei pezzi di Murubutu."
Musicalmente, l’album è un omaggio al boom bap più crudo, con sample che spaziano dal soul a suggestioni cinematografiche noir. Le produzioni sono essenziali, lasciando spazio a un liricismo diretto e pungente. The Art of Dying non è un disco che cerca di compiacere, ma un manifesto di integrità artistica, dove ogni barra pesa come un testamento scritto con il sangue (amaro).
"Da ragazzini in mezzo ai casini, too many 'problemi, problemi': Carlo Vanzini."
In un panorama rap sempre più standardizzato, The Art of Dying si distingue per coerenza e personalità, rimanendo fedele a una visione artistica senza compromessi. Non è un disco per tutti, ma per chi cerca un’esperienza d’ascolto densa e stratificata, capace di lasciare un segno profondo.
"Non ci spreco più parole, ok, fine della storia. Dare il mic a Dave è come dare l'ascia al boia."
Tracklist:
1 - Condoglianze
2 - La Fine
3 - Delitto
4 - Six Feet Under [feat. Just Keed]
5 - All Black
6 - Kill Me
Ascolta The Art of Dying su Spotify/Youtube/Bandcamp qui:
http://bit.ly/4i1ljfO
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