Doveroso rendere omaggio ai "Figli Esiliati di Eva". Si tratta di un duo formato dal viennese Richard Lederer, ex leader dei Summoning, e dalla diciannovenne greca Christina Kroustali, che ha sostituito la mezzosoprano Tania Borsky. A sette anni dall'uscita di "In Darkness Let Me Dwell", valido album che comprende raffinate composizioni di ispirazione classica e medievale avvolte in una patina dark, ecco l'ancor più bello "Dusk and Void Came Alive". Tratto distintivo ed elemento centrale del successo di questo disco è l'abilità canora del soprano. La voce purissima di Christina emerge dal sottofondo orchestrale con la naturalezza della Venere di Botticelli uscita dal mare, e il leggero tocco di inquietudine che pervade il suo cantato lo rende ancora più interessante.

Elemento particolare è la presenza di diverse tracce melodiche che, innestandosi sulle basi musicali, formano una struttura poliedrica che conferisce spessore ai brani. Si può di volta in volta seguire questo o quel tracciato tenendo la mente piacevolmente occupata in questo esercizio, o semplicemente abbandonarsi all'effetto complessivo di struggente malinconia. I toni non sono mai esasperati, ordine e compostezza guidano le composizioni, la musica dei DVKE non è né opprimente né angosciosa e tanto meno rabbiosa: è semplicemente triste al limite della tragicità. Ad un primo ascolto quest'album può sembrare quasi monotono, e sono necessari diversi ascolti per apprezzarne le finezze e per rendersi conto del grado di solennità che pervade questa musica. Stupenda è "Winters Night": un tracciato di voce da contralto e uno da soprano sono compresenti e la bella melodia è accompagnata da percussioni cupe, reminescenti dei tamburi che nel Medioevo accompagnavano la marcia dei soldati verso il campo di battaglia. In certi punti sospingono, fanno avanzare la melodia come fa il vento con le vele, in altri diventano protagonisti e in altri ancora servono come semplice base per le evoluzioni canore di Christina. L'orchestra è costituita da un sintetizzatore suonato dalle abilissime mani di Lederer e comprende pianoforte, cimbali, trombe, flauti e percussioni. Assenti chitarre e bassi. In alcuni punti la calda voce di Richard entra a formare un duo perfetto con quella femminile, come in "Cease to Breath" : qui Richard e Christina cantano seguendo tracce diverse e il duetto è alternato da bellissimi intermezzi di pianoforte. L'atmosfera sognante è creata anche dal fatto che il suono del pianoforte lascia un eco che ne amplifica la potenza espressiva. Come ha spiegato Richard in un'intervista, l'uso del riverbero fa sì che voci e strumenti sembrano provenire dalla grande hall di una chiesa.

Il pezzo a mio parere migliore è "Unquiet Thoughts", che, dopo una partenza in sottotono, sorprende regalandoci il duo dalle voci in sintonia perfetta di tempo e di stile. Come quei ballerini o pattinatori su ghiaccio in coppia che coordinano con professionalità e grazia i movimenti in totale simbiosi, le due voci formano un insieme armoniosissimo. La melodia, cadenzata, ha il respiro delle onde del mare che si rincorrono all'infinito con lo stesso andamento. A sorpresa, poi, ecco dei lunghi stacchi di flauto traverso che ti fanno accapponare la pelle. Sì, con i Verbannten puoi tranquillamente lasciarti avvolgere dalle voci, dalla grandiosità delle percussioni, dalle fughe di pianoforte e abbandonarti a quel tipo di malinconia che non sai se è gioia o dolore, lo stato d'animo di qualcuno che passeggiando in un parco in un pomeriggio autunnale mediti sulla caducità e sia al contempo sopraffatto e affascinato dallo splendore dei colori autunnali.

Eleganza e raffinatezza avvicinano i DVKE ai Dargaard. La struttura ordinata dei brani ricorda i Trobar de Morte. Condividono con Avrigus, Elend e Arcana il gusto per l'epico, ma per renderlo usano un modello che rimanda piuttosto ai Dark Sanctuary e agli Artesia, del tutto privo di pomposità o toni roboanti. Poi c'è la voce di Christina che… ah, ne ho già parlato?

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